«Aldo Rossi in particolare mi ha insegnato a guardare la realtà. Per Aldo Rossi tutto era spettacolo, la realtà stessa era spettacolo, la vita quotidiana era spettacolo. E questo spettacolo andava messo in scena. Ricordo che questa scoperta per me è stata determinante. Il mio apprendistato di architetto è stato segnato da questo nuovo e affascinante punto di vista, un punto di vista che mi ha consentito di capire i rapporti tra tutte le arti della rappresentazione. Così quando Aldo Rossi parlava di Luchino Visconti, di Thomas Mann, di Mario Sironi si capiva che quel che teneva insieme questi artisti e lui a loro era il punto di vista da cui tutti loro guardavano la realtà: la realtà come spettacolo, la città come “scena fissa della vita degli uomini”, come luogo di cui stupirsi ogni giorno così come come ci si stupisce della propria esistenza. È lo stupore forse il carattere più evidente della straordinaria personalità di Aldo Rossi, la sua capacità di stupirsi sempre, dell’architettura come della vita».
(intervista ad Antonio Monestiroli, AIÓN, 11/2006)
venerdì, ottobre 17
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