"Questa crisi mostra la pericolosa utopia di un divorzio tra finanza ed economia reale. Ma, così facendo, svela anche una concezione dello sviluppo, del lavoro, dei soldi e in definitiva di noi stessi. Su che cosa si fonda la vita di una persona e di un popolo? L’homo oeconomicus è una dimensione dell’uomo come tale; il mercato non è separabile dall’assetto ideale e operativo di una società. Non si può pretendere che esistano mere soluzioni di sistema, che sollevino dall’onere di ripensare che uomini siamo e vogliamo essere, a che cosa siamo realmente attaccati e che cosa vogliamo costruire. I due livelli sono inscindibili, decidono il volto dei singoli e dei popoli. Forse è per questo che quelli che taluni ritenevano “italici vizi” (leggi piccola e media impresa e distretti industriali) si rivelano oggi come virtù?"
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lunedì, ottobre 13
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1 commento:
l'articolo è un po' datato e di commenti/interventi ne abbiamo sentiti...ma il punto è questo.."su che cosa si fonda la vita di una persona e di un popolo?" sul guadagno, sul consumo? prima o poi il sistema salta. guardare ai veri bisogni è la risposta...il medioevo insegna.
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