"Che cosa serve all’università per un rinnovamento ispirato a un vero riformismo".
Un approfondimento sul decreto n. 112 ormai convertito nella Legge n. 133 sull'università, pubblicato sul Sussidiario.net.
"L’unico scopo esplicito ricavabile dal provvedimento è quello di fare cassa giacché i tagli sono fatti a pioggia invece che – come auspicato anche dal Prof. Checchi – in modo selettivo.
Secondo alcune stime queste misure comporteranno (al netto della riduzione dei costi derivata dal blocco del turn over e dal rallentamento della dinamica retributiva di docenti e non docenti) un taglio del FFO complessivo a partire dal 2010 intorno al 10%. Se questo dato fosse anche solo verosimile il collasso del sistema, da più parti denunciato, non sarebbe improbabile.
Per evitare il tracollo – almeno così sembra – l’art. 16 dà facoltà alle università di trasformarsi in fondazioni di diritto privato. La legge, cioè, autorizza (ma non obbliga) gli atenei a dismettere gli abiti dell’ente pubblico e a vestire quelli di un soggetto privato. Sembra essere una via d’uscita, finalmente di stampo riformista, in direzione di una liberalizzazione del sistema. È così? No. La disposizione è talmente parziale e generica su molti punti, da rendere pressoché impossibile, al momento, la sua applicazione".
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venerdì, ottobre 17
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