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venerdì, settembre 11

Parole

"Puttane, si chiamano puttane".

lunedì, settembre 7

Fazio secondo Ferrara

Fazio è il naturale, spontaneo, aggraziato ideologo di quanto di melassoso, prevedibile, scontato e spuntato produce la cultura di sinistra in Italia e nel mondo. Va incontro in modo furbo e a suo modo delicato ai pregiudizi del cittadino democratico, li conferma con qualche furbizia salottiera ricalcando letteralmente la lingua amabile, adulatrice, corriva di un Michele Serra. La sua buona televisione è un cono gelato di sentimenti nobili, e tutti, tra cui non pochi ignobili, lo leccano avidamente durante lo struscio serale del sabato e della domenica. Formerà generazioni di menti acritiche, piacioni e groupies senz'ombra di ironia, ma non è la fine del mondo. Il tipo alla fine è sorridente, e per questo gli si possono perdonare le pose civili, pacifiste, compassionevoli.

(Giuliano Ferrara, Il Foglio)

venerdì, settembre 4

I giocolieri della spazzatura

Il giornalista più cinico d'Italia ha deciso che per rispondere agli attacchi moralistici e grevi di un giornale avversario al Premier fosse necessario colpire qualcuno facendo il botto. Anzi il Boffo. Se attaccava Ezio Mauro che gusto c'era, era scontato e poi in certi ambienti della categoria cane non mangia cane... E quindi ecco trascinato il mite Boffo, direttore di un giornale non avverso al governo Berlusconi ma attento a registrare anche i malumori della base cattolica, in una faccenda schifosa di carte taroccate, insinuazioni pesanti, faccende minime e strane. Di cui, per scelta di stile del direttore di Avvenire, Feltri risponderà in tribunale. La Chiesa lo difende - con certe inutili vanità di esibizione - mentre uno stuolo di tizi più berlusconiani di Berlusconi applaudono come foche il gran cinico.
Qui a cdzoom non siamo mai stati moralisti. E non abbiamo amato le campagne diffamatorie di Repubblica a base di escort e di foto rubate. Campagne che peraltro non hanno mai danneggiato più di tanto la forza politica del Premier. Ma se l'alternativa è questa bassezza cinica del giornale di famiglia... Ma c'è un Italia che non è né Repubblica né il Giornale. Che non è né il moralismo culturale di sinistra che copre il vuoto politico, né il cinismo della forza che copre il vuoto culturale a destra. Un Italia che non è da salotto Pd né da ippodromo bergamasco.
Un'altra Italia, la più forte. Che di queste bassezze ha schifo. E che riserva il suo disprezzo ai giocolieri della spazzatura, ben vestiti e ben pagati.
(Davide Rondoni, ClanDestinoZoom)

La profezia di Pansa

"Dalla carta stampata colerà il sangue e anche qualcosa di più immondo. A questo punto smetto di immaginare. E mi chiedo se tutto questo servirà a migliorare la credibilità del giornalismo italiano. La mia risposta è netta: no. Servirà soltanto a rendere più infernale la bolgia che stiamo già vivendo".

(dal Bestiario di Gianpaolo Pansa, 2 agosto 2009. Leggi tutto l'articolo).

lunedì, agosto 10

Quotidiani

Sicuramente il migliore d'Inghilterra. Grafica perfetta e immagini splendide, soprattutto quelle di sport: grandi, espressive, con un'altissima definizione. Quando vedremo in Italia qualcosa del genere? Quello che si avvicina di più è R2.

domenica, febbraio 22

Lezioni di giornalismo

"Fin dall'estate scorsa, quando ormai si andava profilando il tipo di iniziativa che si sarebbe svolta nei mesi successivi in nome di Eluana, avevamo individuato una compatta strategia di un gruppo di professionisti, di competenze diverse, che affiancavano Beppino Englaro. Una strategia dove i radicali, a differenza del caso di Piergiorgio Welby, erano i principali portabandiera ma non gli attori e gli ispiratori principali. Ricordo di aver detto ripetutamente, in riunione di redazione, che se quella strategia fosse andata avanti, ci saremmo trovati - come è poi accaduto - a vivere in diretta un`agonia di giorni e giorni, con l`Italia stretta in una morsa angosciosa".

Leggi tutta l'intervista "Ma i massoni hanno perso" di Nicoletta Tiliacos a Dino Boffo, direttore di Avvenire, su Il Foglio del 20 febbraio 2009.

lunedì, febbraio 16

Dipendenza o autodeterminazione, a voi la scelta

«C’è una differenza tra essere liberi ed essere soli?
C’è una differenza tra vivere nel mondo in felice dipendenza dagli altri, e nella speranza, e vivere oscenamente di se stessi, della propria autodeterminazione, sempre sotto l’inflessibile e vano sguardo del proprio Io indulgente ma non misericordioso?»

Due grandi domande dell'elefantino, che prima le fa e poi vi risponde, qui.

martedì, febbraio 10

Dire parole vere / 2

- "Isacco, Eluana e la mano che non è stata fermata" di Giuliano Ferrara su Il Foglio 10 febbraio 2009

- "Con quale autorità", intervista di Luigi Amicone a Giancarlo Cesana su Tempi

- "Mangiaostie a tradimento - i cattodisidratatori che hanno abbandonato Cristo per adorare la Costituzione" di Camillo Langone su Il Foglio del 10 febbraio

- "Complimenti Napolitano" di Mario Giordano su Il Giornale del 10 febbraio

- "Leopardi / Quella misteriosa Natura che voleva tenere in vita Eluana" di Luca Doninelli su ilSussidiario.net

- "Ciao Elu, un pezzo d'Italia muore con te" di Stefano Lorenzetto su Il Giornale del 10 febbraio

- "Pacatamente" di Assuntina Morresi del 10 febbraio su stranocristiano.it

- "Che branco di mascalzoni questi gentiluomini che si dicono laici" di Giuliano Ferrara sul Foglio del 9 febbraio

- "Viva la muerte" di Christian Rocca su Camillo dell'8 febbraio

lunedì, gennaio 19

"Santoro? Lasciatelo strafare"

Non bisogna censurarlo, Michele Santoro. Bisogna lasciarlo fare. Anzi, strafare. Come ha sempre fatto, del resto. Michele è il più anarchico tra i big della tivù italiana. Non ha partito, tranne il suo. Non ha padrone, tranne se stesso. Considera irrilevante il colore di chi lo fa lavorare. È stato nella Rai della Prima Repubblica. Poi a Mediaset con Silvio Berlusconi. Poi di nuovo alla Rai della Seconda Repubblica. E qui, nel 2009, ci sta rendendo un servizio prezioso. Di cui dobbiamo essergli grati.
Il servizio è di testimoniare che la Rai non esiste più. Al suo posto è sorta una baraccopoli caotica, ancorché molto costosa. Dove non comanda nessuno. Dove i capi-baracca fanno di testa loro. Dove chiunque abbia un minimo di potere si dà la legge che preferisce. Dove i padroni veri, i cittadini che pagano il canone, sono dei paria senza diritti.

Leggi tutto l'articolo di Giampaolo Pansa su Il Riformista.

venerdì, gennaio 16

Imparare da Toni

C'è più verità in storie come questa, raccontate nel modo straordinario di Toni Capuozzo, che in mille articoli di analisti politici o telegiornali.

Sulle curve di Gaza, dove vorresti che i due nemici si uccidessero occhi negli occhi, con i coltelli se serve.

martedì, gennaio 6

Parole e immagini della guerra

Una bambina ferita allo Shifa Ospital di Gaza City il 27 dicembre 2008.

È vero che ci si abitua a tutto. Non solo alle cose normali, di tutti i giorni, ma anche alle grandi gioie e alle grandi disperazioni.
Così è da qualche giorno ormai che leggiamo sui giornali le parole "guerra", "violenza", "terrore"; le parole "assedio", "combattimento", "feriti"; perfino la parola "morti", senza che esse siano più capaci di muovere qualcosa, di c'entrare con noi, di rompere la lontananza che ci separa da Gaza, Rafah, Erez, e ora anche Khan Younis.
Lunghi articoli, sottili analisi geopolitiche, dichiarazioni pro Israeliani o pro Palestinesi scritte dalle redazioni europee e americane difficilmente toccano il punto, riuscendo quasi mai a raccontare una realtà molto più grande e complessa. Poche le eccezioni (qui Galli Della Loggia sul Corriere del 3 gennaio, qui la bella lettera di chi in Terra Santa ci vive sul Sussidiario.net).

Di più fanno le fotografie. Non quelle bruttine e convenzionali che pubblicano i nostri giornali, ma straordinarie come queste (che si trovano su siti come Boston.com o sul WallStreetPhotojournal).

Perché se lo vedi partire forse capisci che cos'è un missile Qassam. Se lo guardi sparare forse ti rendi conto di chi è un guerrigliero di Hamas. Se la scorgi piangere sulla bara del figlio, intuisci almeno un poco del dolore infinito di una madre. Se riesci a fissare il volto di un bambino che ha appena perso tutto e la vita se la tiene stretta nelle mani piene di sangue, forse ti rendi conto di che cos'è la guerra.

martedì, dicembre 9

L'agenda di un "delinquente"

Caro direttore - prima che me le sequestrino e che qualche cronista pensi di fare il suo mestiere compulsandole per «ricostruire la rete di relazioni del Casotto attraverso le sue agende» (copyright Virginia Piccolillo, Corriere della Sera 5.12.08, pag. 3: «ricostruire la rete di relazioni del Saladino attraverso le sue agende») come è stato fatto con quelle del «punto apicale di Cl e della Compagnia delle opere in Calabria» -, mi faccio delatore di me stesso.

Sono anch'io di Cl, anche se non "apicale", e ho lavorato anch'io per la Cdo. Una fedina già così sporca ha inoltre una macchia indelebile: conosco Saladino. Dunque. Partiamo dalle agende telefoniche, cartacea e cellulare. Alla lettera F troverà il numero di Ferrara Giuliano, direttore del Foglio, ex ministro del Governo Berlusconi, ex confidente della Cia, anti-abortista amico di suore e cardinali, area politica di riferimento: centrodestra.


Leggi tutto l'articolo di Ubaldo Casotto sul Sussidiario.net

giovedì, novembre 27

Miracoli al Corriere

"Carlo Castagna e la sua famiglia rappresentano l'altro mistero di questa storia. Un mistero virtuoso che si contrappone a quello malvagio rappresentato da Olindo e Rosa. Il bianco e il nero. L'alfa e l'omega".

"Carlo invece parlava di perdono, di Spirito Santo, di fede. Lo fece anche dopo agli assassini venne dato un volto. Nel tempo, tra noi addetti al circo di Erba, si fece la fama di mistico, del fuori di testa per il dolore".

"Ma appena uscito dall'aula, Carlo ha chiesto al suo avvocato di procedere con le pratiche per il dissequestro della casa di via Diaz. C'è del lavoro da fare, lì dentro. L'ultimo tratto di questo percorso di dolore che grazie alla sua fede ostinata è diventato anche di speranza. Ci sono gesti che servono a sopravvivere. Questo è per ricominciare".

Un buon pezzo è un pezzo che racconta i fatti e se ne lascia colpire. Che non antepone schemi di lettura preconfezionati, credi antireligiosi, e quello scetticismo di fondo che non crede davvero alle buone notizie, che diffida delle conversioni, che dice impossibile ciò che non si sa spiegare.
E ora i Castagna regalano la casa della strage «per sopravvivere» è un buon pezzo. Di questi tempi, quasi un miracolo. Si merita una lettura. E il suo autore, Marco Imarisio, i complimenti.

martedì, ottobre 21

Una mano di arancione

Il breve viaggio in treno da casa all'università non basterà più. Prima era sufficiente per leggere quei tre, quattro articoli del Foglio al giorno, e per scorrere gli altri titoli. Ma adesso bisogna aggiungere la nuova creatura di Antonio Polito (da sempre il mio preferito "dall'altra parte"): 32 pagine di sinistra moderata e intelligente; di giudizi che vanno al di là delle solite posizioni di partito e di parte; di pezzi interessanti e ben scritti; di grafica curata e leggera.
Non dite a Walter di leggerlo, altrimenti rischia di mettersi a fare una vera opposizione.

lunedì, ottobre 13

Crisi/2

"Questa crisi mostra la pericolosa utopia di un divorzio tra finanza ed economia reale. Ma, così facendo, svela anche una concezione dello sviluppo, del lavoro, dei soldi e in definitiva di noi stessi. Su che cosa si fonda la vita di una persona e di un popolo? L’homo oeconomicus è una dimensione dell’uomo come tale; il mercato non è separabile dall’assetto ideale e operativo di una società. Non si può pretendere che esistano mere soluzioni di sistema, che sollevino dall’onere di ripensare che uomini siamo e vogliamo essere, a che cosa siamo realmente attaccati e che cosa vogliamo costruire. I due livelli sono inscindibili, decidono il volto dei singoli e dei popoli. Forse è per questo che quelli che taluni ritenevano “italici vizi” (leggi piccola e media impresa e distretti industriali) si rivelano oggi come virtù?"

Leggi tutta la rassegna stampa CLU dal 30 settembre al 13 ottobre 2008.

Istruzioni per l'uso

Risultati di svariati studi sulla felicità. Gli estroversi sono più felici degli introversi; gli ottimisti sono più felici dei pessimisti; le persone sposate sono più felici dei single, le persone con figli non sono più felici delle coppie senza; i conservatori sono più felici dei progressisti; chi va in chiesa è più felice di chi non ci va; i laureati sono più felici degli altri, ma chi ha un dottorato è meno felice di chi ha una laurea di primo livello; le persone che hanno una vita sessuale attiva sono più felici; gli uomini e le donne sono ugualmente felici, ma le donne hanno una gamma di emozioni più vasta; una relazione extraconiugale rende più felici, ma non compensa la profonda tristezza che si prova quando si viene scoperti e lasciati dal partner; le persone sono al livello minimo di felicità quando stanno andando al lavoro; chi è impegnato è più felice di chi non ha da fare; i ricchi sono più felici dei poveri, ma non di molto. (il Giornale, 5 ottobre)


E io stupido che pensavo che la felicità accadesse così, come un bel giorno.

Da seguire

Spirit of America è il bel blog di Marco Bardazzi, uno dei nostri migliori giornalisti esportati negli Usa. Per capire qualche cosa di elezioni americane e seguire la lunga corsa di Obama verso la presidenza - almeno secondo quanto dicono i sondaggi - bisogna per forza passare da qui.

sabato, ottobre 11

Grazie Corriere

Pensavo che con i titoli sulla catastrofe economica mondiale avessi letto tutto. Avessi avuto, anche per oggi, la mia buona dose di cattive notizie giornaliere. Poi continuo a sfogliare il Corriere e mi imbatto nelle immagini di centinaia di studenti - ma forse sarebbe meglio dire asini, non uno che conoscesse il motivo del suo essere in piazza e tantomeno la riforma della Gelmini - e il giornalista che falsamente preoccupato titola: "Bruciato un grembiule a Bergamo", e io che osservo "chissenefrega", e Veltroni che, orgoglioso per principio, rivendica "questi sono i nostri ragazzi".
Ma poi, prima di riporre l'autorevole quotidiano, mi cade l'occhio sull'editoriale di Giovanni Sartori, e non si può non leggere l'editoriale di Giovanni Sartori, tanto più se si chiama "Buonsenso e cretinismo". Sul finale, a proposito del Papa e del suo no all'uso dei contraccettivi, il nostro maestro del pensiero azzarda: "Come San Tommaso, io credo in una ratio confortata fide e diffido della fede senza ratio". Penso: sono a posto. Sartori che insegna San Tommaso a Ratzinger e gli dà lezioni sul rapporto fede-ragione è senza dubbio il meglio del giorno. Adesso ho letto veramente tutto. Grazie Corriere.

mercoledì, ottobre 8

Tutto il peggio di Facebook secondo Annalena

"Dopo che una giovane collega ha lasciato il fidanzato con cui doveva sposarsi pochi giorni fa per via di facebook (la follia di una notte del fidanzato ha scritto su facebook alla collega e a tutti i suoi contatti, comunicando trionfante l’accaduto e allegando foto-prova), a questa colonnina è stato chiesto di farsi servizio pubblico e denunciare la pericolosità sociale dell’aggeggio sfasciafamiglie (...)".

Leggi tutto l'articolo "Cielo, mio Facebook" di Annalena Benini pubblicato oggi sul Foglio.

venerdì, settembre 19

Corrispondenze

Maggio 2006 - Oriana Fallaci: Sai, mi dispiace molto morire. Infatti me ne vado con molti dispiaceri, ma il dispiacere più grosso è averti trovato così tardi e aver passato così poco, troppo poco tempo con te. Non so nemmeno chi eri, com’eri. Di te so soltanto chi sei oggi, una persona nella quale mi riconosco completamente, sebbene io sia completamente diversa da te.

Leggi il carteggio tra Monsignor Rino Fisichella e Oriana Fallaci.