"Avvolto in una maglia di lana, poi in un pullover, poi in una nuova giacca di tweed, infine un bel giaccone, più sciarpa e berretto irlandese Donegal, il tutto giracchiando tra Roma e la Toscana del sud, non proprio zone polari, penso sempre a quel cazzone demagogo di Al Gore, alla giuria del Nobel con quella vocazione imbrogliona di certa gente del nord, alla sindrome da riscaldamento globale di derivazione umana ovvero il cielo l'acqua l'aria e la terra devastati dai tubi di scappamento e da quattro capannoni con fumaiolo sparsi in una piccola parte di quel terzo di terre emerse che galleggiano nel pianeta liquido. Se questa è la scienza trionfante, mi viene di pensare che il sole gira intorno alla terra.
Ma non basta il freddo, non basta la neve, non basta quel che tocchiamo o sentiamo personalmente. Arrivano seminascoste le foto di ghiacciai molto in forma, che si allargano e si allungano e scendono a valle (...)".
(Giuliano Ferrara, "Mi proteggo dal freddo. E dalle retoriche a buon mercato", Il Foglio, 29 dicembre 2008)
2 commenti:
Ho sentito ben poche persone più ignoranti di te. Si vede proprio che nn sai un cazzo di chimica e fisica se giudichi "capannoni con fumaioli" fabbriche di morte.
sai che cos'è la diossina??o metalli pesanti?sai ke l'aumento delle precipitazioni di pioggia e nevose sono una conseguenza di quella sindrome di cui parli?
informati bene.
Ti faccio notare che l'articolo non è mio, purtroppo non scrivo (ancora) sul Foglio. Se poi vuoi dare dell'ignorante a Ferrara, fai pure, ma ti avverto che è un peso massimo, non la prenderà bene.
Poi potresti proseguire con il chimico e fisico giapponese (e collaboratore dell'Ipcc) Itoh Kiminori che, disinformato anche lui, dice che "i timori per il riscaldamento sono il peggior scandalo scientifico della storia"; oppure con il chimico finlandese ed ex membro di Greenpeace Jarl R. Ahlbeck, secondo cui "non ci sono dati reali che diano modo di preoccuparsi di un futuro riscaldamento globale"; o con il fisico norvegese e consigliere dello Space Centre di Oslo Paal Brekke "chiunque affermi che il dibattito è finito e che le conclusioni sono chiare ha un approccio chiaramente non scientifico". Per finire con il premio Nobel per la Fisica Ivar Giaever: "Il riscaldamento globale è diventato una nuova religione"; o il geologo dell'Università di Uppsala David Gee: "Per quanti anni il pianeta dovrà raffreddarsi prima che si cominci a capire che non si sta scaldando?".
Sono in buona compagnia insomma tra questo branco di ripetenti in scienze naturali.
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