26 marzo 2007, notizie sparse dal web:
"Il giro del mondo bevendo caffè" (Corriere.it),
"La corsa in mutande degli universitari Usa" (Repubblica.it), "Elefante attacca e uccide due turisti" (Tgcom.it).
"Il giro del mondo bevendo caffè" (Corriere.it),
"La corsa in mutande degli universitari Usa" (Repubblica.it), "Elefante attacca e uccide due turisti" (Tgcom.it).
Sabato 100mila persone di tante diverse nazioni, età e condizioni hanno riempito, ordinatamente, piazza San Pietro e parte di via della Conciliazione.
Sotto la pioggia che batteva impietosa hanno pregato e cantato a una voce sola, e poi accolto il Santo Padre come nella festa più attesa, più curata, ma al contempo più entusiasta e libera.
Questo fatto, anche esteticamente eccezionale, non ha meritato quasi alcuna attenzione sui siti di informazione e sui giornali - tranne, per ovvi motivi, su Avvenire: un trafiletto su Repubblica, mezza pagina sul Giornale, un articolo su Libero, non una riga sul Corriere, considerato la vetta del giornalismo italiano.
Ma che cos'è il giornalismo? Quali fatti si guadagnano uno spazio (e quanto) sulla pagina? In che modo devono essere raccontati? Chi decide l'importanza di una notizia?
A tutte queste domande ancora non sappiamo rispondere. In attesa di capirci qualcosa di più, vi proponiamo questo brano di Ginsberg.
«La storia recente è il documento di una vasta cospirazione per imporre un unico livello di coscienza meccanica al genere umano e sterminare tutte le manifestazioni di quella preziosa parte di senzienza, identica in tutti gli uomini, che l’individuo divide col suo Creatore. La soppressione dell’individualità contemplativa è quasi completa. Gli unici dati storici immediati che possiamo conoscere e sui quali possiamo agire sono quelli propinati ai nostri sensi mediante i sistemi di comunicazione di massa.
Questi mezzi sono esattamente i luoghi in cui le sensibilità e le confessioni della realtà più profonde e più personali sono più proibite, beffate, soffocate. […] Poiché i sistemi di comunicazione di massa possono comunicare soltanto livelli di realtà ufficialmente accettabili, nessuno può sapere la misura della vita inconscia segreta».
(Allen Ginsberg, New York, agosto 1959)
Questi mezzi sono esattamente i luoghi in cui le sensibilità e le confessioni della realtà più profonde e più personali sono più proibite, beffate, soffocate. […] Poiché i sistemi di comunicazione di massa possono comunicare soltanto livelli di realtà ufficialmente accettabili, nessuno può sapere la misura della vita inconscia segreta».
2 commenti:
Forse il web come mass medium smentisce, in parte, Ginsberg. Per fortuna! Altrimenti non saremmo qui a scrivere su queste pagine.
Infatti il mio non era un giudizio disfattista su tutti i media e su tutti i modi di fare giornalismo. Solo un modo per aprirci gli occhi.
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