giovedì, ottobre 1
mercoledì, settembre 23
Da leggere
Il teatro è molto simile all’architettura perché riguarda una vicenda; il suo inizio, il suo svolgimento e la sua conclusione. Senza vicenda non vi è teatro e non vi è architettura. (…) Se la vicenda è buona anche la scena è buona, o dovrebbe esserlo. E credo che in questo senso la vita sia abbastanza buona.
venerdì, settembre 11
Parole
lunedì, settembre 7
Fazio secondo Ferrara
Fazio è il naturale, spontaneo, aggraziato ideologo di quanto di melassoso, prevedibile, scontato e spuntato produce la cultura di sinistra in Italia e nel mondo. Va incontro in modo furbo e a suo modo delicato ai pregiudizi del cittadino democratico, li conferma con qualche furbizia salottiera ricalcando letteralmente la lingua amabile, adulatrice, corriva di un Michele Serra. La sua buona televisione è un cono gelato di sentimenti nobili, e tutti, tra cui non pochi ignobili, lo leccano avidamente durante lo struscio serale del sabato e della domenica. Formerà generazioni di menti acritiche, piacioni e groupies senz'ombra di ironia, ma non è la fine del mondo. Il tipo alla fine è sorridente, e per questo gli si possono perdonare le pose civili, pacifiste, compassionevoli.
(Giuliano Ferrara, Il Foglio)
venerdì, settembre 4
I giocolieri della spazzatura
La profezia di Pansa
mercoledì, agosto 19
To the North
lunedì, agosto 10
Da portarsi a casa
Quotidiani
lunedì, agosto 3
Morali o moralisti
«La Ru486 rivela la moralità teorizzata e praticata da quanti, in questi ultimi mesi, ci hanno riempito di chiacchiere sulla rilevanza pubblica di certi comportamenti privati. Secondo la più autentica tradizione della Chiesa, mille incoerenze etiche non distruggono né il benessere, né la libertà del popolo, invece un attacco violento contro la sacralità della vita, questo sì è un evento che devasta la nostra vita sociale».
(don Luigi Negri)
venerdì, luglio 31
Non solo Pellegrini
La grande romana romanaccia de Roma Alessia Filippi prende l'oro ai mondiali. Come dire che ci sono le regine, le superstar, le strafighe, ma che cavolo, in Italia ci sono un sacco di ragazze d'oro, di gente tosta.
(da ClanDestinoZoom)
lunedì, luglio 20
venerdì, luglio 17
Un animale molto completo è il cane. Se fate caso è fatto molto bene sia di zampa che il resto. Tanti si chiedono come mai. I motivi sono certamente più di uno. Il primo è che come animale è molto completo.
Un altro animale completo è il gatto soriano. Anche lui può avere testa piccola nelle femmine e testa piccola nel maschio. L’ultimo animale preso in considerazione oggi è il leone. Anch’esso è un ottimo animale, fatto bene, completo in tutto. Anche in questo caso i motivi sono tanti per cui è inutile dirli. Anzi, diciamoli tutti: è bello, si muove bene, sente tutto, anche gli odori a cinque km.
P.S. Esame scritto di Zoologia alla facoltà di Veterinaria di Trieste, anno accademico 2007-2008. Sostenuto da mia sorella. Voto 18/60.
Maurizio Milani
venerdì, luglio 10
Barzellette
giovedì, luglio 9
Più di un derby a San Siro
Quando lui entra sul palco è l'ovazione naturalmente, quella che San Siro riserva di solito solo agli dèi del calcio. Ma le bocche aperte e lo stupore iniziano da prima, da quando i 77mila entrano e vedono «una via di mezzo fra una una stazione spaziale e il fiore di un cactus», come dice Bono di "The Claw", l'ultima delle sue straordinarie invenzioni scenografiche.
Leggi tutto il mio articolo sul concerto.
lunedì, luglio 6
venerdì, luglio 3
Rogers batte Verdi
sabato, giugno 6
(da clanDestino ZOOM)
martedì, giugno 2
lunedì, maggio 25
Onore delle armi
La bellezza umana di cui parliamo in questa sede è una bellezza di tipo particolare: la potremmo chiamare bellezza cinetica. La sua forza e il suo fascino sono universali. Non ha niente a che vedere con il sesso o i modelli culturali. Sembra legata, in realtà, alla riconciliazione degli esseri umani con il fatto di avere un corpo.
(David Foster Wallace)
sabato, maggio 16
La politica dell'amicizia
venerdì, aprile 24
Ognuno al suo lavoro
Noi costruiremo con mattoni nuovi
Vi sono mani e macchine
E argilla per nuovi mattoni
E calce per nuova calcina
Dove i mattoni sono caduti
Costruiremo con pietra nuova
Dove le travi sono marcite
Costruiremo con nuovo legname
Dove parole non sono pronunciate
Costruiremo con nuovo linguaggio
C’è un lavoro comune
Una Chiesa per tutti
E un impiego per ciascuno
Ognuno al suo lavoro».
sabato, aprile 18
lunedì, aprile 13
venerdì, aprile 10
Perché non è la fine
Sarebbe tutto una disperazione, il sacrificio sarebbe ripugnante al nostro essere fatti per la felicità.
Il sacrificio diventa ragionevole solo da quando quest'Uomo ha accettato di farsi mettere sulla croce".
giovedì, aprile 9
lunedì, marzo 23
Cuor di leone
sabato, marzo 14
La carezza che non sappiamo più donare
(Massimo Pandolfi, caporedattore del Resto del Carlino sul Foglio di oggi)
venerdì, marzo 6
Immaginare la città
11 marzo 2009
h. 10.00 – 17.00
Aula Carlo De Carli
Facoltà di Architettura Civile
via Durando 10, Milano
Tra le molteplici forme di crisi che colpiscono il presente, una – non certo la più ‘grave’ ma sicuramente tra le più odiose e insidiose – riguarda il prosciugarsi della capacità di immaginare il futuro che ci attende. Epoche precedenti la nostra, in questo senso, non soltanto hanno costruito la propria città fisica, ma hanno anche immaginato la città futura, in questo modo determinandone – almeno in parte – il destino. Oggi, al contrario, l’immaginario di città, al pari di ogni altra proiezione orientata al futuro, sembra essersi esaurito.
Qualcuno ha un’idea di quello che Milano – e in senso più generale la città – potrà diventare? Qualcuno riesce ancora a immaginare il suo e il nostro futuro, senza che ciò debba per forza assumere contorni apocalittici o profetici? Qualcuno ha un progetto?
(Guarda l'evento su Facebook).
mercoledì, marzo 4
Corri ancora Dwain
"Il suo thg mi aveva fatto scendere di un decimo nei 100, da 9"97 a 9"87".
"Ho pensato davvero di togliermi la vita".
Parla Dwain Chambers, un grandissimo dell'atletica mondiale, e dice le cose come stanno: che l'antidoping è una messinscena che si regge sull'ipocrisia di atleti e finti organi di controllo, e che alcuni scontano la pena per tutti, perché la gente si convinca che lo sport è pulito...
Da leggere la sua autobiografia "Race against me".
lunedì, marzo 2
"Cambierò Milano con case da duemila euro al metro"
Leggi l'intervista a Carlo Masseroli, assessore allo Sviluppo del Territorio, pubblicata su VITA.
martedì, febbraio 24
lunedì, febbraio 23
"Non ho mai provato un simile schifo in vita mia"
domenica, febbraio 22
Lezioni di giornalismo
Leggi tutta l'intervista "Ma i massoni hanno perso" di Nicoletta Tiliacos a Dino Boffo, direttore di Avvenire, su Il Foglio del 20 febbraio 2009.
giovedì, febbraio 19
Grazie Povia
Perfino a Sanremo. Proprio non me l'aspettavo.
Qui il testo e il video della bella canzone "Luca era gay", che naturalmente sul Corriere (che la definisce "dai contenuti discutibili") merita il voto di 3,5.
Qui invece la bella intervista di Emanuele Boffi al vero Luca pubblicata su Tempi:
"I primi tempi ero molto contento di questa mia vita. Eppure, la sera, quando rincasavo, sentivo come un’ombra di tristezza. Mi sentivo solo, mi mancava qualcosa di vero. E quando guardavo negli occhi i miei compagni vedevo la stessa ombra. Però nessuno lo ammetteva, nessuno lo diceva. Riconoscerlo è uno strappo doloroso. Significa ammettere che il bene che professi è solo complicità, che la cultura che sostieni è basata solo sulla superficialità e il piacere. Non si può avere una relazione con qualcun altro, se non si sa chi si è".
lunedì, febbraio 16
Dipendenza o autodeterminazione, a voi la scelta
C’è una differenza tra vivere nel mondo in felice dipendenza dagli altri, e nella speranza, e vivere oscenamente di se stessi, della propria autodeterminazione, sempre sotto l’inflessibile e vano sguardo del proprio Io indulgente ma non misericordioso?»
Due grandi domande dell'elefantino, che prima le fa e poi vi risponde, qui.
sabato, febbraio 14
Juno d'Inghilterra
venerdì, febbraio 13
Lettere sul cristianesimo
Molte le reazioni all'articolo di Ferrara "Il cristianesimo si ritrova ora solo e vulnerabile" dell'11 febbraio, tra cui questa lettera sul Foglio di ieri:
Al direttore - Che il Cristianesimo sia "solo e vulnerabile" non è affatto una novità, ma notizia vecchia 2000 anni e proveniente dal Golgota. Spero lei non sogni un Cristianesimo ridotto a ideologia buona, sistema giusto che, per dirla con Eliot, renda inutile essere buoni. Altrimenti si perde il meglio e, di fronte al rinnovato mistero del Male, la supera in realismo persino quel guitto di Jannacci: invocando "ci vorrebbe una carezza del Nazareno" riconosce l'unica carità mai sconfitta nella storia.Risposta dell'elefante:
Pare che Jannacci lo abbia di recente incontrato, e beato lui, io non lo conosco personalmente. Di qui la mia preoccupazione per l'unica cosa che conosco di lui: la sua storia ovvero la sua chiesa ovvero il suo insegnamento ovvero la sua croce.
mercoledì, febbraio 11
Sgarbi - Paone: 2 a 0
«Le persone che andavano a trovarlo sentivano, nella penombra di una vita forse destinata a non tornare mai più alla coscienza, qualche cosa di impercettibile, veramente di misterioso, ma nulla è più oscurantista di pensare che il mistero non deve esistere».
Diabolica congiura
Dire parole vere / 3
- "Il cristianesimo si ritrova ora solo e vulnerabile", di Giuliano Ferrara su Il Foglio
- "Che spettacolo, il rovesciamento cosmico fatto dal grande Nemico dell’uomo", di Luigi Amicone su Il Foglio
- «Scardinamento dell’umano? Sono certo, qui non prevarrà», intervista di Marina Corradi al cardinale Ersilio Tonini su Avvenire
- «Deturpata? Era bella, sette giorni fa», di Lucia Bellaspiga su Avvenire
«Ci vorrebbe una carezza del Nazareno»
Ma una vita come quella di Eluana si può riempire di senso? Ha ancora significato?
La morte di Eluana non ha chiuso la porta a queste domande. Anzi. Non è tutto finito, come un fallimento della speranza per chi la voleva ancora in vita, o come una liberazione per chi non riteneva più sopportabile quella situazione. Proprio ora la sfida si fa più radicale per tutti. (...)
Scarica il volantino di Comunione e Liberazione.
martedì, febbraio 10
Atto di guerra alla carità
(sul Corriere di oggi, in risposta a Panebianco)
Ha avuto un significato culturale chiaro il trasferimento di Eluana Englaro dalla clinica di Lecco dove viveva affidata alle cure delle suore Misericordine, in una carità santificante e benedicente anche per noi atei imprudenti (per noi Ferrara, Jannacci, Freccero e tanti altri). Hanno voluto passare una donna che dipendeva dagli altri dalla cura ippocratica e cristiana alle mani volenterose di una setta di devori della morte che l'hanno spenta come esito di una vita umana indegna di essere vissuta. È un atto di guerra culturale alla carità, una vittoria del sentimentalismo e della paura sull'amore, uno dei tanti gesti prepotenti e illiberali di trasformazione del laico spirito secolare in una immonda ideologia nullista.
Chi abbassa lo sguardo e chi lo sostiene
Eluana Englaro era "irriconoscibile" rispetto alle foto che tutti conoscono e vederla nel letto della casa di riposo La Quiete di Udine "è stato devastante": è la testimonianza della giornalista della Rai Marinella Chirico, che domenica pomeriggio ha visitato la donna, su invito dei genitori. La giornalista ha trascorso circa tre ore nella stanza di Eluana.
"Eluana - ha raccontato Marinella Chirico - era esattamente così come si può immaginare possa essere una donna in stato vegetativo da 17 anni: assolutamente irriconoscibile rispetto alle foto che si vedono. Una donna completamente immobile, che gli infermieri e i sanitari erano costretti a spostare ogni due ore per evitare che il corpo si piagasse. Le orecchie avevano delle lesioni perché l'unica parte che non si poteva tutelare era questa. Era una situazione devastante, emotivamente molto forte l'impatto".
La testimonianza di Aldo Trento, il valore dei malati più grande della loro malattia.
“Penso al piccolo Victor, un bambino in coma, che stringe i pugni, l’unica cosa che facciamo è dargli da mangiare con la sonda. Di fronte a queste situazioni come posso reagire al caso Eluana? Ieri mi portano una ragazza nuda, una prostituta, in coma, scaricata davanti a un ospedale, si chiama Patrizia, ha diciannove anni, l’abbiamo lavata e pulita. E ieri ha iniziato a muovere gli occhi. Celeste ha undici anni, soffre di una leucemia gravissima, non era mai stata curata, me l’hanno portata soltanto per seppellirla. Oggi Celeste cammina. E sorride. Ho portato al cimitero più di seicento di questi malati. Come si può accettare una simile operazione come quella su Eluana? Cristina è una bambina abbandonata in una discarica, è cieca, sorda, trema quando la bacio, vive con una sondina come Eluana. Non reagisce, trema e basta, ma pian piano recupera le facoltà. Sono padrino di decine di questi malati. Non mi interessa la loro pelle putrefatta. Vedesse i miei medici con quale umiltà li curano”.
Il dramma morale, la decisione per il bene o per il male, comincia dallo sguardo, dalla scelta di guardare il volto dell'altro o meno. Il volto dell'altro è carico di un appello alla mia libertà, perchè lo accolga e ne prenda cura, perchè affermi il suo valore in se stesso e non nella misura in cui viene a coincidere con un mio interesse.
Poco meno degli angeli
Ecco la legge che salva Eluana. Un giorno dopo
Eluana, Senato: passa la mozione Pdl
Sì a obbligo nutrizione e idratazione
Con 159 voti a favore, 104 contrari e 3 astenuti l'Aula del Senato ha approvato la prima parte della mozione della maggioranza. Con 164 voti a favore, 100 contrari e un astensione l'Aula ha invece approvato l'obbligo della nutrizione e dell'idratazione. La mozione, su richiesta di Francesco Rutelli (Pd), è stata votata per parti separate. Respinti invece i testi presentati da Pd e Idv.
Con 109 voti favorevoli, 151 contrari e 14 astensioni è stata bocciata la mozione presentata dal Pd a firma della presidente Anna Finocchiaro e altri. La mozione dell'Idv è stata respinta con 17 sì, 156 no e 107 astenuti. Nel caso delle due mozioni di opposizione, c'è la coincidenza di astensioni fra Pd e Idv sui rispettivi testi.
Dire parole vere / 2
- "Con quale autorità", intervista di Luigi Amicone a Giancarlo Cesana su Tempi
- "Mangiaostie a tradimento - i cattodisidratatori che hanno abbandonato Cristo per adorare la Costituzione" di Camillo Langone su Il Foglio del 10 febbraio
- "Complimenti Napolitano" di Mario Giordano su Il Giornale del 10 febbraio
- "Leopardi / Quella misteriosa Natura che voleva tenere in vita Eluana" di Luca Doninelli su ilSussidiario.net
- "Ciao Elu, un pezzo d'Italia muore con te" di Stefano Lorenzetto su Il Giornale del 10 febbraio
- "Pacatamente" di Assuntina Morresi del 10 febbraio su stranocristiano.it
- "Che branco di mascalzoni questi gentiluomini che si dicono laici" di Giuliano Ferrara sul Foglio del 9 febbraio
- "Viva la muerte" di Christian Rocca su Camillo dell'8 febbraio
No grazie, presidente
E restituisce il titolo di Cavaliere dell’Ordine della Stella della solidarietà che gli aveva conferito Napolitano.
Leggi qui la notizia.
Dire parole vere
Quando la notizia della sua morte è arrivata mi sono chiesto che senso avesse ormai quello spettacolo. Stavo per andarmene, ma poi ho deciso di restare.
Mentre lo guardavo ho capito che forse l'unica cosa che possiamo fare in una circostanza del genere è dire la verità, e queste sono parole vere che servono a combattere la battaglia della vita contro la morte che è la menzogna.
"Il primo modo di amare gli uomini è dire la verità", scriveva Giovanni Paolo II nella Novo millennio ineunte. Dire la verità è una forma di carità anche verso tutte quelle persone che in questi giorni professano la menzogna ed è insieme alla preghiera un altro modo per onorare la nostra amica.
È lei, che senza fare niente, ha attirato tutta questa gente.
Che strano il gran movimento si è creato
intorno a una che è immobile, e nella sua ombra
giace. Di cosa la sua nuda presenza
è stata capace.
Dicono: è finita. Dicono: non ha vera
vita.
Io non so, sono solo
un uomo delle pulizie. Ma se non è vita
cosa è
questa presenza che tanto movimenta, inquieta,
tormenta ? Lei
sta là nella stanza che la separa.
se non è vita cosa è
che avviene tra quei muri ?
(…)
E passare il panno
per la polvere e poi, delicatamente
la mano, per accompagnare
il giro dei pianeti intorno al grido del sole…
(…)
Ma quando ho visto che un giornale
ha messo la sua foto e ha scritto che ora è libera,
libera di morire,
sono andato su, con il magone,
a guardarla dormire.
Per lei viene notte e giorno, estate
e inverno, e ai medici
ho sentito dire
che sulla profonda attività cerebrale
non abbiamo ancora le idee chiare.
Forse fioriscono rose
misteriose nel suo cervello, e immagini
che a noi sfuggono, radiose.
Avrei voluto prenderlo in braccio
povero corpo abbandonato dal mondo,
portarlo, in giardino.
O al mare. Farle
sentire, se ancora lo sente, il mare
e tenerlo così,
in braccio tra le onde, dicendo al suo viso
silenzioso:
non avere paura, non ti lascio andare.
(…)
E però io non capisco, io qui mentre la polvere
dei giorni e dei pensieri pulisco,
e forse per questo sto troppo attaccato a terra
e mi viene da chiamare le cose
con nomi soliti, normali, con lo sfarzo
dei nomi quotidiani, rose
le rose e viole le viole di marzo,
bacio il bacio, guerra
la guerra, e cagna la morte, e vita
la vita, io mi chiedo perché
non la lasciate qui, che fastidio
vi dà ? non la vedete, è là
nel suo silenzio infinito, respira…
(...)
Oh misteriosità infinita
dell’esistenza umana…
se anche finissero di stupirci le stelle
ecco che stupisce la mente
davanti al mistero delle nostre medesime
particelle…
(…)
Non dicono “marcire”. Non chiamano,
stranamente, la morte con il suo nome,
con il suo volto orrendo. Dicono:
riposare. Come fossero diventati tutti
preti. O come se il niente
fosse più desiderabile dell’ultimo
filo di vita.
Dicono: lasciamola andare.
Ma non dicono dove. Non dicono le parole
crude: a morire. Non dicono:
le togliamo il respiro. Non dicono: disidratazione.
(…)
Non dicono: a marcire.
Parlano della morte occultandola.
La evocano, ma tacendola.
Non chiamano con il suo nome la matta
falciatrice di vita, la sfatta
baciatrice di tutti.
La rendono astratta.
(…)
È strano è duro questo pensiero
che oppone alla vita non più
il volto smangiato della morte
ma la sofferenza.
Come se dove fossi tu
dolore,
non potesse
esserci più
dignità di vita.
Fino a preferire
di baciare il volto
della morte, il nero.
Ma non era il dottore
qualcuno a cui aggrapparsi nelle ore
più estreme ?
(…)
Non è solo biologia la vita, ma pensiero
volontà. Quando sono sotto la soglia della dignità
dice il filosofo
si stacchi il sondino
si lasci, se lo chiede, crepare.
Ma chi deciderà, signor filosofo
cosa è sopra o sotto la linea
della dignità ? Lei, coi suoi
ragionamenti
e non ci sarà più necessaria la pietà ?
È come se volessero tutti evitare
di sentire il magone. E di posare
il passo del proprio civile ragionare
su di lei, l’antica fraternità umana, sulla pietà.
Ma chi deciderà a che punto sarai da buttare.
Tu, nel pieno del dolore ?
Sai, filosofo, quanti si butterebbero via in questo
istante, se non li tenesse in vita
la pietà degli altri, la pietà
che sola, ultima, fa riscoprire
la dignità ?
(…)
Lavorano sulle parole, diceva il poeta
che prese la via dell’esilio dall’inferno.
Han lavorato sulla parola figlio.
E poi sulla parola madre, sulla parola
padre.
Le hanno violate, offese, e infine
camuffate, fatte sparire.
Poiché la realtà è più forte
si sono accaniti allora sulle parole.
Sulla parola: figlio, sulla parola: madre,
sulla parola matrice
di tutte le parole: vita e sulla parola che
orienta e disorienta le altre parole:
la parola morte.
Sulle parole che sono come le bambine
che ci prendono per mano per condurci
alla realtà.
Le hanno confuse, le hanno bendate,
le hanno fatte girare su se stesse,
le hanno drogate.
Perché non conducessero
più da nessuna parte.
E rimanessero sospese, infelici,
la parola figlio, la parola morte,
ormai incapaci
di dire qualcosa,
e la parola morire, e la parola io ti amo,
accetta questa rosa…
Il tiranno non muove più le corazzate,
e non ha bisogno delle occhiute
polizie. Muove, paga intellettuali
dalle menti lucide, parolai
che svuotano le parole, il tiranno
muove gente d’immagine e senza
anima che convinca
che tutto è solo apparenza.
Il tiranno divora le parole dentro di noi
per poter divorare la terra
intorno a noi.
Lavorano sulle parole
non solo per coprire il fatto
ma anche per deviare l’emozione.
Non la chiamano esecuzione.
E l’amore è diventata un’idea,
invece che la paziente, la segretamente
festosa comunicazione reale e la reale
custodia della vita,
l’amore è diventata un’idea sentimentale –
e così si può uccidere in nome delle idee,
delle idee buone, si è ucciso,
si uccide, si ucciderà
in nome delle idee piene di bontà…
E si può deviare l’emozione
non piangendo per la morte
ma gioendo per la liberazione…
(…)
Tolgono vita alla vita
prima attraverso le parole,
tolgono il senso, il sale alle parole
poi a lei tolgono l’acqua, il pane
e spengono il sole…
(…)
Ma se si fosse mossa, anche solo alzata
un istante in piedi nel letto,
se si fosse mostrata
più viva, l’avreste condannata ?
E’ la sua debolezza a condannarla…
Avete mosso tutta la potenza
dei giornali, del pensiero dominante,
dei tribunali
tutta la potenza della deviazione
di un sentimento,
tutto il duro portento
di una campagna per la sua morte
contro la sua debolezza…
Invece di avere pietà, che è la parola
più felice, più colorata
di ogni sentimento, di ogni
attenzione, invece
di sostenerle
il capo, di darle da bere…
(…)
Ma chiedo e supplico chi, che cosa
decide quanto vale
quel rimasuglio,
quel minimo giglio
di vita ?
È niente ?
È davvero niente ?
Voi che giustamente non condannate a morire
nemmeno il più animalesco criminale,
colui la cui vita
è annerita dal più fosco e sanguinoso male,
e chiamate vita da preservare
anche quella di chi ha stuprato e ucciso donne
e bambini, e onorate
negli assassini
il loro rotto ventaglio
di dignità coperta di ombre
non volete onorare il rimasuglio, il timidissimo
giglio
di vita che è in lei ?
(…)
Ma chi sei, vita e cosa
è il tuo germinare ?
ti conoscerò, bambina, per i movimenti che susciti,
per gli assalti degli eserciti,
il brillare tra i rami dell’oro dei limoni ?
o per la solitudine
degli stormi che volano e creano
i disegni che ti divertono in cielo, sulle lontane
rose ?
Tutti parlano di te, ragazza
discreta, e dicono di sapere
cosa sei e quale sia
la tua giustizia…Io
non saprei, vedo solo
che ti sleghi i capelli
e osservi stupita, in una oscura
letizia
la nostra naturale voglia di sperare…
(…)
Come dire che tutto è uguale,
vivere o morire, poter scegliere è bene
non poter scegliere è male.
Io ci capisco niente…So
che molte cose nella vita
non le ho scelte, e sono state un bene.
E altre che pur ho scelto
sono state un male.
Non dico solo alle elezioni…
Quando viene un amore, a volte
un figlio, o il vino che ti è offerto,
non lo scegli, ma ti ride nelle vene.
(…)
Il totem, lo spettrale dio
dell’autodeterminazione è l’idolo
più falso che ci sia. Più astratto,
e inutile di fatto.
Non ci autodeterminiamo in quasi niente
-nemmeno nel colore degli occhi
o se passare o no al semaforo
se avere o no un cuore matto-
e vogliono farci credere che valga per nascere
e morire.
È duro stare nella tua stanza.
Come stare su un precipizio immenso.
Ci vuole senso dell’equilibrio
e anche il senso dell’immensità.
Potessi muoverei leggermente la mano
toglierei il velo
silenzioso, leggerei i segni
del respiro, e:
se si potesse sentire il mare.
O forse se ascolto lo sento, sale
nel chiarore dei monitor accesi un riflesso
di luce di fondale,
e nei ronzii medicali
si accordano i perpetui sciacquii
tra gli scogli o nei porto, tra gli scafi navali…
c’è un mare qui, e ti vorrei sollevare
sulle onde, tenerti in braccio, e farci
insieme cullare.
È delirio o forse è l’unica visione
vitale?
(…)
Non siamo soli, sai, piccola, vedo
altri, come in azzurre pietà marine,
inoltràti nell’oceano, tra le schiume bianche
dell’onda, come padri
e madri tenendo i loro figli
i loro amati feriti, tenendoli
per le braccia e per gli occhi
non lasciandoli
all’acqua se non quando il mare
sale e decide di prenderli nel suo grande
abbracciare…
Stiamo qui, mia piccola santa
della stanza numero…
se ora finalmente taccio
tra queste pareti che si fanno strana
raccolta conchiglia
si sentirà la sua voce –
viene a rompere il ghiaccio
che circonda le nostre menti e il cuore,
così vasto e pieno di echi
qui, sì, il mare…
Leggi il testo completo di "Passare la mano delicatamente".
lunedì, febbraio 9
La banalità del male
Solo il sole
imprimendo pellicola può esprimere
in tanto vecchio odio un po' di vecchio amore.
Così si muore di fame e di sete
domenica, febbraio 8
La vera malattia e la vera guarigione
Leggi tutto il messaggio del Papa all'Angelus di oggi.
sabato, febbraio 7
Qualcuno risponda
Perché si ripete che il padre di Eluana sarebbe la persona che la ama più di tutti? E le suore che l'hanno accudita per anni con infinita carità forse non la amano?
Perché si apprezza il «coraggio con cui Napolitano difende la nostra Costituzione» (Rosy Bindi) e ci si scandalizza del coraggio con cui Berlusconi difende una persona viva?
Perché la vita di Eluana oggi sarebbe un "inferno"? Chi può considerare "inferno" la vita di un altro? Qual è il limite per considerarla tale? E, anche se lo fosse, andrebbe interrotta?
Perché d'ora in poi non giudicare indegne anche le vite di migliaia di malati di cui sono pieni i nostri ospedali e che non sono capaci di autoalimentarsi, di provvedere a se stessi, e non mostrano ragionevoli prospettive di guarigione?