Roma, Basilica di San Giovanni, 13 novembre, «Dialogo in Cattedrale» tra Giuliano Ferrara e Gianfranco Ravasi sul volume di Benedetto XVI «Gesù di Nazareth».
«A questo punto potreste obiettarmi: come fai a entrare in un discorso sul Figlio del Dio vivente se non credi? E la mia risposta è questa. La mia ragione mi dice il suo limite. Se non lo riconoscessi sarei padrone della mia vita e della mia morte, sarei un nichilista. La mia ragione mi dice che sono un credente, sebbene non disponga di una fede personale e confessionale praticamente vissuta. Credo nel concetto matematico e fisico di infinito, che segna il mio limite e lo descrive. Credo che mio padre e mia madre non siano l'origine biologica del mio Dna ma un semplice e irrisolto mistero d'amore. Credo che l'altro, la persona umana o anche solo il suo progetto o anche solo il suo ricordo, sia titolare di diritti che sono al tempo stesso i miei doveri, e che questo ciclo della delicatezza e del rispetto tra le generazioni sia stato messo a punto, nella sua massima perfezione, dentro la civilizzazione cristiana del mondo. Credo che non tutto sia negoziabile e relativo. Ed è già un bel credere, ve lo assicuro.
In più credo nella fede degli altri, la rispetto e la amo, in un certo senso la desidero».
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giovedì, novembre 15
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1 commento:
Viva l'elefantino!!! Non riesco a scaricare l'intero intervento...
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