venerdì, gennaio 11

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Stamattina ho iniziato a leggere i giornali e mi sono dimenticato di andare a lezione. La matematica comunque non è altrettanto interessante. Dunque, tempo meglio impiegato.

Il primo pezzo è di Panebianco, sul Corriere (di ieri), sul rapporto tra religione e politica nel Pd.

Il secondo è sul Foglio, sulle ragioni del silenzio dei catto-dem in tema di moratoria sull'aborto: «Pesa anche, per usare un’immagine efficace di Damilano, “un’obiezione di coscienza di questo tipo di cattolicesimo, di matrice associazionista, che ha i suoi padri nobili in Dossetti ma anche in De Gasperi, a farsi trascinare in una guerra culturale. Il suo stile è l’opposto”».

In questa pagina altri due bei pezzi, ancora di politica. L'uno di Lodofico Festa sul governatore della Lombardia, Formigoni, e sulla sua candidatura a protagonista del presente e del futuro del nuovo centrodestra; l'altro di Antonio Polito (che ritengo tra i migliori dall'altra parte) sul manifesto dei valori del Pd, si conclude così: «Non c’è paragone, da un punto di vista valoriale, tra il dibattito sulla vita del nascituro e quello – per esempio – sulla trasferibilità della pensione tra conviventi gay. Una cosa sono le questioni antropologiche, un’altra i diritti legali. Le prime chiamano in causa davvero valori, le secondo soltanto tecniche legislative che regolano la vita di una comunità. Se i credenti aiutassero i non credenti su questo punto, saremmo tutti più laici».

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