sabato, gennaio 5

Moratoria sull'aborto, a che punto siamo

La grande iniziativa di Ferrara per il riconoscimento del diritto di nascere prosegue con successo. Anche i giornali e le istituzioni più restie a pubblicare la notizia ed esprimersi in merito, dopo l'iniziale silenzio o indifferenza, non hanno potuto fare a meno di dare risalto alla moratoria, che ha ricevuto non solo l'apprezzamento della Chiesa (Bagnasco e Ruini, tra gli altri), ma anche di molti politici di tutti gli schieramenti.
Oggi l'elefantino sul Foglio ribadisce con chiarezza di che si tratta (leggi qui): «Come si può realizzare la moratoria? In modo molto semplice. E’ l’uovo di Colombo. L’articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, approvata il 10 dicembre del 1948 a Parigi e base di legittimazione delle Nazioni Unite da giusto sessant’anni, recita così: “Ogni individuo
ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona”. Occorre che i governi nazionali votino un emendamento significativo alla Dichiarazione: dopo la prima virgola, inserire “dal concepimento fino alla morte naturale”. Il nuovo testo dell’articolo 3 sarebbe
dunque ipso facto un testo di moratoria delle politiche pubbliche incentivanti ogni forma di ingiustificato maltrattamento schiavistico e asservimento dell’essere umano, anche concepito,
e reciterebbe così: “Ogni individuo ha diritto alla vita, dal concepimento fino alla morte naturale, alla libertà e alla sicurezza della propria persona”».

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