E anche la lista è fatta. I candidati ci sono e la grande moratoria culturale è diventata elettorale, anche se nessuno se l'aspettava e nessuno, in fondo, ci credeva.
L'apparentamento no, non c'è e a meno di improbabili sorprese non ci sarà. Berlusconi non ha voluto, un po' perché lui di queste cose non parla, un po' perché AN con queste cose non è d'accordo, un po' - dicono i maligni - perché al centro Ferrara darà più fastidio a chi, della battaglia contro l'aborto, ha da sempre fatto uno dei suoi punti programmatici, quell'Udc tanto inviso al Cavaliere e mai troppo simpatico all'elefantino.
Intanto, nella lista, si profilano anche nomi noti. Tra persone da sempre attive nei centri di aiuto alla vita, come la capolista Bonzi, compaiono anche conosciutissimi giornalisti. Come Luigi Amicone, che Ferrara definisce "appassionato dirigente di Comunione e liberazione". Il direttore del settimanale Tempi, formigoniano convinto, ha scelto l'impegno in prima persona, questa volta in una lista concorrente al Popolo della Libertà (ma non in Lombardia, dove la Lista Ferrara non si presenterà al Senato). Il governatore da parte sua, dopo aver ribadito in diversi interventi, tra cui questo articolo pubblicato sul Corriere, che la rappresentanza dei credenti e la difesa dei loro valori è nella mani sicure di politici del PdL - e quanto al suo operato in Lombardia, non si può negarlo -, ha cercato in tutti i modi di convincere Silvio a imbarcare l'amico Ferrara, ma senza riuscirci.
Tra i cattolici il nuovo soggetto ha d'altra parte suscitato le reazioni più diverse: da chi non aspettava altro che una motivazione veramente nobile per ridare vigore alla sua partecipazione politica, a chi lo ritiene lo strumento sbagliato di un pensiero giusto (leggi l'articolo di Vittadini sul Giornale di oggi), fino al dispetto di chi teme l'eccessiva frammentazione del voto cattolico.
Anche nei sacri palazzi la posizione non è ancora ben delineata, e a proposito basti notare le controverse prese di posizione dell'Osservatore Romano o di Famiglia cristiana rispetto all'articolo di Avvenire in cui Boffo si pronunciava a favore di un partito cristiano di centro («Salvaguardare l'esistenza di un partito che fa diretto riferimento alla dottrina sociale della Chiesa», sono state le parole del direttore).
Tutto è ancora in evoluzione, e l'intento di queste poche righe non è appena di spiegare ma almeno di sollevare i problemi, evidenziare la complessità e anche le contraddizioni che sono in gioco. Arrivederci a presto, sempre su word-ing, per le prossime puntate dell'intricata vicenda.
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2 commenti:
tutto il mio rispetto alla lista ma non bisogna frammentare ulteriormente i voti. occhio che si rischia di non salire per un altra volta.....
Questo è una delle obiezioni più rilevanti che fanno a Ferrara. Come quella secondo cui le questioni etiche dovrebbero stare fuori dall'agone politico. Personalmente non sono d'accordo con nessuna delle due.
La stranezza è proprio il contrario: che una lista del genere sia stata in qualche modo emarginata da entrambe le coalizioni e, come sembra da alcune indiscrezioni, probabilmente sarà costretta a non presentarsi.
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