lunedì, settembre 8

Ferrara risponde a Ezio Mauro

«Ma c’è qualcosa di ancora più importante. Ricominciare a pensare liberamente. Finirla di credere, o fingere di credere, che le questioni di etica pubblica, di considerazione politica dell’esistenza umana moderna come problema, dipendano da una forzatura clericale verso l’autonomia della società secolare. Gli Ezio Mauro e i Giulio Giorello che passano il tempo, lodevolmente e autorevolmente, a stanare i teocon dovunque si nascondano, e qualunque cosa voglia dire questa buffa espressione, e sono così svelti a castigare o blandire i cardinali, a seconda del loro orientamento più o meno “ruiniano”, potrebbero fermarsi, tirare il fiato, e riflettere: in America non c’è un Concordato, c’è una ferrea separazione tra stato e chiese, eppure in questo modello civile appena esaltato dallo stesso Benedetto XVI la questione del significato e della verità del vivere ha una incredibile fortuna, gode di un’altissima considerazione, è sempre e da sempre al centro delle campagne elettorali accanto all’economia, alla politica estera, alla sicurezza nazionale. Invece di continuare a ripetere la solfa palloccolosa dei teocon e dell’interferenza della chiesa nella vita pubblica, sarebbe bene che chi pensa e ama la vita civile ricominciasse a porsi la questione riconoscendo che è un passaggio decisivo del mondo liberale e laico, e che la dissociazione di libertà e vita è lo sconquasso dei tempi moderni, non un complotto culturale della curia romana e dei suoi reggicoda reazionari».

Leggi tutto l'editoriale "Che tipi strani, gli americani votano sulla vita", pubblicato sul Foglio di oggi.

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