venerdì, aprile 18

Michele Serra, che tristezza

«Esiste anche il numero verde per prenotare un posto nella lunga fila che, dal 24 aprile, sfilerà per mesi accanto ai resti riesumati di Padre Pio, seicento visitatori all'ora, giusto il tempo di posare lo sguardo sul cadavere e valutarne lo stato di decomposizione. Per avere un'immagine aggiornata dell'Italia di oggi, allo studio sapiente dei flussi elettorali (munito di ogni possibile riscontro sociologico ed economico) penso che bisognerebbe affiancare anche questo smisurato corteo macabro. So che in parecchi considerano suggestivo e vibrante questo sprofondare in massa nelle viscere arcaiche, pre-razionali e pre-moderne del nostro paese. A me, più modestamente, mette una tristezza sconfinata. Mi pare il segno di una irrimediabile arretratezza culturale e di conseguenza sociale, tra l'altro assai malsopportata anche da molti credenti.
Penso alla fragilità intellettuale, alla ricattabilità umana e politica di tante persone credule e sottomesse. Penso, infine, che esista anche uno "snobismo popolare": un arroccarsi ostinato, contro ogni evidenza, ogni conoscenza razionale, ogni progresso scientifico, nella propria identità, senza mai chiedersi se essa sia migliore o peggiore di quanto sarebbe possibile. Per dirla brutalmente: potrà mai cambiare un paese che venera un cadavere?».
(Michele Serra su Repubblica, 17 aprile)


«Il contrario di un popolo cristiano è un popolo triste».

(Georges Bernanos)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

che strano. michele serra non appartiene a quella pestilenziale schiera di uomini che hanno avuto come riferimento un uomo che poi è stato imbalsamato e venerato sotto le mura del cremlino e che portava il nome di Vladimir Il'ič Ul'janov??

c'è chi venera un santo, e c'è chi venera una mummia.

sia per serra, sia per lenin non posso che cantare: "melius illi era si natus non fuisset homo ille"


C.S.S.McCandless

LM ha detto...

Giusta osservazione. Non avevo voluto infierire. Grazie anche del contributo del latinorum, è sempre una soddisfazione sapere di avere lettori colti!