Eravamo abituati a sentirlo ormai solo sull'inquinamento, o sul cemento che rovina le nostre città, come se dal ragazzo della via Gluck non avesse fatto un passo avanti, se non qualche bella canzone.
E con sorpresa oggi lo leggiamo in una lettera per nulla scontata e retorica inviata al direttore del Corriere della Sera sul caso Eluana Englaro, sulla sua vita e sulla sua morte, sulla bottiglia che tutti dovremmo portare sul sagrato del Duomo, sull'«l'uomo che non è padrone neanche di uno solo dei capelli che porta in testa», sulla possibilità di un'altra vita oltre quella terrena, sull'ipotesi che Eluana si trovi forse «in uno stato di grande serenità» o, chissà, che un giorno ritorni a questa, di vita?
Leggi qui tutta la lettera.
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