«Il fondo di finanziamento ordinario delle università, è ridotto infatti di 63,5 milioni di euro per l'anno 2009, di 190 milioni di euro per l'anno 2010, di 316 milioni di euro per l'anno 2011, di 417 milioni di euro per l'anno 2012 e di 455 milioni di euro a decorrere dall'anno 2013.
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Ma perché intervenire indistintamente nei confronti di tutti gli atenei, con un taglio delle risorse a pioggia? In fin dei conti, così facendo, si commette lo stesso errore che (almeno secondo il programma di governo) si vorrebbe correggere, cioè l’assenza nell’attuale sistema, di meccanismi di differenziazione che premino la qualità e il merito.
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Se davvero si vuol mettere mano ai problemi dell’Università occorre rinunciare a porre misure estemporanee e occorre invece affrontare complessivamente i problemi in un quadro di riforma strategica dell’intero sistema.
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In mancanza di un disegno complessivo di riforma, invece, è inevitabile considerare i provvedimenti del Ministero dell’economia come una tra le tante misure di taglio della spesa pubblica e, pertanto, come l’ennesima dimostrazione dell’ignoranza della classe politica circa il ruolo e il valore dell’Università nel nostro Paese».
Dal volantino di giudizio del CLDS (Coordinamento Liste per il Diritto allo Studio). Scaricalo qui.
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