«Ho passato la prima giovinezza a cercar di diventar me stesso, a non diventar meramente schiavo della mia biografia, ma è uno sforzo immane e debilitante, perché l’indipendenza morale è una dimensione che non ti viene perdonata, mai. Tutto il resto era politichetta, pedagogia sociale, comunione senza liberazione, non lotta delle opinioni, ma lotta tra fedi nelle opinioni».
Questo e molto altro negli "appunti per il dopo" di Filippo Facci sul Foglio di oggi. Per ora tra i gli interventi meglio scritti. Ma ai primi posti restano Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Camisasca.
mercoledì, settembre 12
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