A proposito di Eluana, della "kill pill", dell'impegno dei cattolici sui temi etici e di che cosa vuol dire seguire Cristo secondo Ferrara.
La morte di Eluana e la Ru486: astratte manipolazioni ideologiche
La morte imminente di Eluana Englaro a Udine è agghiacciante perché gratuita. Non c’è niente che spinga in quella direzione, tranne l’astratta volontà della legge. Per Terri Schiavo c’era almeno una iraconda contesa familiare, la colpa di ammazzare una persona si condensava in una specie di scommessa maritale sulla proprietà di quella donna. Aveva ragione Dostojevskij, che ora può essere facilmente parafrasato: se la proprietà della vita non è più di Dio o del mistero, tutti possono considerarsi suoi proprietari. Nel nostro caso, il comportamento del padre della ragazza è al di sopra di ogni giudizio possibile. Ma non quello di chi lo consiglia, lo asseconda o, peggio, si difende ignobilmente dietro lo scudo del suo cuore. Inscenando una operazione ideologica spericolata, che con la denuncia radicale ai danni del ministro Maurizio Sacconi comincia a profilarsi per quello che è ed è sempre stata: una campagna per l’eutanasia ben dissimulata, come fu per Piergiorgio Welby (e questo della dissimulazione è un peccato contro lo spirito che i moribondi e vitalissimi radicali pagheranno con l’inferno).
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