Anche se con un po' di ritardo, pubblichiamo il discorso di don Pino al presepe vivente del Martinengo, a Milano.
«Un gesto iniziato, accaduto, duemila anni fa, accade adesso. Non perché lo produciamo noi, perché il tempo è di Dio, la storia è di Dio. E il tempo di Dio è il presente. Per noi, il tempo passa. Gli angioletti diventano grandi, fanno i pastori, poi i pastori diventano ancora più grandi. Si sposano, non si sposano, nascono altri angioletti, ma il tempo, il tempo è di Dio. E il tempo di Dio è il presente. Ogni anno che passa noi ci avviciniamo, passo dopo passo, come i passi di questa sera, a quel tempo che è solo presente. A quel momento colmo di appagamento, dice il Papa nella nuova enciclica, in cui la totalità ci abbraccia e noi abbracciamo la totalità. L’eternità inizia nel tempo, l’eterno entra nel tempo. Così attraverso i volti dei nostri figli, dei nostri amici, attraverso questi segni che noi amiamo, siamo introdotti al fatto che riaccade questa sera. Nessun uomo, anche se molti uomini non se ne accorgono, anche se molti uomini usano le loro migliori energie per combatterlo, nessun uomo può fermare Dio che entra nel tempo. Dio che diventa carne, nel tempo. Dio che diventa presenza umana, nel tempo».
Leggi qui l'intero intervento.
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