Quando tutto sembra spiegato, chiarito, compreso, ci si accorge che la realtà è tutta diversa, che quanto abbiamo letto sui giornali non basta, che la verità chiede di essere indagata una volta di più. Così la confusione sembra l'unica cosa che ci rimane tra le mani, insieme alle mille domande che essa si portà con sè. Come per il caso della liberazione di Mastrogiacomo, condotto con approssimazione e poca chiarezza dal governo italiano fin dall'inizio. Quanti prigionieri sono stati scarcerati per salvare la sua vita? Che ruolo ha giocato veramente Emergency nella liberazione del giornalista? Perché è stata coinvolta questa organizzazione umanitaria e non si sono percorse le tradizionali vie della politica, della diplomazia e dell'intelligence? E ancora, è vero quanto afferma un importante esponente dei servizi segreti afghani che Emergency intrattiene ambigui rapporti con i talebani, colpevoli delle barbare uccisioni dell'autista e del giovane interprete di Mastrogiacomo?
Per rispondere a queste e altre domande, troviamo utile la lettura dei due articoli allegati in fondo, usciti oggi sul Foglio. Il primo, del bravissimo Fausto Biloslavo, mette a fuoco le ancora vaghe illazione sulla ong di Gino Strada e compagni, il secondo rilegge l'intera vicenda dal punto di vista della politica interna italiana.
mercoledì, aprile 11
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Ultime ANSA. D'Alema: "Di tutto per salvare una vita". Invece gli innocenti muoiono per Strada.
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