lunedì, ottobre 15
Dubbi democratici
L'ultima volta che la sinistra ha cantato vittoria era il 10 aprile 2006, nonostante le urne decretassero il pareggio in un'Italia spaccata in due. Da allora solo giorni bui, fino ad oggi, quando la votazione dai toni farseschi stile vecchio partito comunista è stata disegnata come un eccezionale trionfo democratico. Stessa esultanza, stessi abbracci, stesse foto ricordo. Non si può che osservare divertiti, dall'esterno, questo teatrino. Prodi si dice "tre milioni di volte contento". Chissà se lo ripeterà anche domattina risvegliandosi da premier di un governo senza ossigeno. Difficile capire adesso che ne sarà di lui. Quelli per il Pd sono voti di incoraggiamento, o un altro modo di spedirlo velocemente a casa? E Veltroni che farà ora? Se ne starà seduto giù dal trono con la corona in testa oppure penserà a qualche contenuto politico per la sua creatura (qualcuno ha sentito parlare di programmi, idee, insomma politica)? A tempo perso ci sarebbe sempre la città di Roma cui dedicarsi. Anche per la pasionaria Bindi il futuro appare incerto. Separata in casa per tutta la campagna elettorale si accoderà al principe Walter o continuerà a sostenere una posizione personale? In altri termini: che ne sarà dell'anima democristiana del Pd? Enrico Letta l'avremmo votato, ma il suo buon 10% non è bastato. Gli altri due chi li ha visti? Chi li conosce? Ha senso candidare due 0,1% e chiamarle primarie? E i Rutelli, i D'Alema, dove sono? Oggi forse si poteva anche stare tutti a casa, che tanto era uguale.
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1 commento:
Dici bene, fratello!
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