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giovedì, gennaio 15

L'impossibile Primavera in Bovisa

Come ricorda lo scrittore Milan Kundera, in uno dei più bei romanzi del Novecento, ambientato a Praga, "L'insostenibile leggerezza dell'essere", tutti i precedenti crimini dell'Impero russo erano stati compiuti al riparo di un'ombra discreta. Invece l'invasione della Cecoslovacchia del 1968 è stata fotografata e filmata. I fotografi cechi passarono sette giorni sulle strade a fotografare soldati e ufficiali russi in ogni genere di situazioni compromettenti. I russi non sapevano che fare. Nessuno aveva dato ordini su come reagire se qualcuno avesse puntato su di loro l'obiettivo di una macchina fotografica.

La mostra - curata da Sandro Chierici per il Meeting di Rimini 2008 - ripropone molti di questi scatti eccezionali insieme a documenti dell'epoca.

Sarà esposta alla Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano dal 13 al 22 gennaio.
(Visite guidate: tutti i giorni alle 13,30 e alle 18).

domenica, gennaio 11

On the road con Robert Frank


Era il momento in cui si scopriva, con la Polaroid, come fare istintivamente delle foto.
Ed io decisi di esprimere in quelle foto istantanee, un sentimento semplicissimo, quello di essere al mondo, esistere, esserci, nient’altro.
(Robert Frank)

Questa e alcune altre grandi immagini scattate viaggiando per l'America, aperti “a quello che poteva capitare”, in mostra a Palazzo Reale fino al 18 gennaio.
Qui la copertina di "The Americans".

martedì, gennaio 6

Parole e immagini della guerra

Una bambina ferita allo Shifa Ospital di Gaza City il 27 dicembre 2008.

È vero che ci si abitua a tutto. Non solo alle cose normali, di tutti i giorni, ma anche alle grandi gioie e alle grandi disperazioni.
Così è da qualche giorno ormai che leggiamo sui giornali le parole "guerra", "violenza", "terrore"; le parole "assedio", "combattimento", "feriti"; perfino la parola "morti", senza che esse siano più capaci di muovere qualcosa, di c'entrare con noi, di rompere la lontananza che ci separa da Gaza, Rafah, Erez, e ora anche Khan Younis.
Lunghi articoli, sottili analisi geopolitiche, dichiarazioni pro Israeliani o pro Palestinesi scritte dalle redazioni europee e americane difficilmente toccano il punto, riuscendo quasi mai a raccontare una realtà molto più grande e complessa. Poche le eccezioni (qui Galli Della Loggia sul Corriere del 3 gennaio, qui la bella lettera di chi in Terra Santa ci vive sul Sussidiario.net).

Di più fanno le fotografie. Non quelle bruttine e convenzionali che pubblicano i nostri giornali, ma straordinarie come queste (che si trovano su siti come Boston.com o sul WallStreetPhotojournal).

Perché se lo vedi partire forse capisci che cos'è un missile Qassam. Se lo guardi sparare forse ti rendi conto di chi è un guerrigliero di Hamas. Se la scorgi piangere sulla bara del figlio, intuisci almeno un poco del dolore infinito di una madre. Se riesci a fissare il volto di un bambino che ha appena perso tutto e la vita se la tiene stretta nelle mani piene di sangue, forse ti rendi conto di che cos'è la guerra.

mercoledì, luglio 2

Non c'è niente di antico sotto il sole

Luigi Ghirri, Casa Benati (Reggio Emilia), 1985

Ogni vista, anche quella sulla più desolata e insignificante provincia della banalizzazione globale, può assumere l’aspetto luminoso di un evento inaspettato e può mutarsi nello splendore di un’azione su cui non si può pretendere alcun potere o possesso e su cui è impossibile esercitare alcuna forma di conoscenza definitiva.
Ogni vista è immagine e come tale, nella prossimità rappresentabile di tutto ciò che ci circonda, mantiene intatta e intangibile la presenza smisurata e sconfinata della totalità, l’evidenza di un mistero che appare in essa e attraverso di essa si fa visibile.
Quando il fuoco dell’obiettivo è accordato sul segno dell’infinito, anche la fotografia, nell’abbraccio della sua vista, si riscopre capace di attraversare ogni nascosta profondità del reale, facendola emergere nel visibile della rappresentazione.
Attraverso lo sguardo di una persona, in quel punto e in quel momento, la speculare opacità di una fotografia può farsi diafana trasparenza di una luce sul mondo e sull’uomo che precede e crea sia il mondo sia l’uomo: una luce che soltanto nello sguardo di un uomo può generare un’immagine nuova e significativa del mondo. Scrive Pasolini il 13 maggio 1962: “… Solo il sole / imprimendo pellicola può esprimere / in tanto vecchio odio un po’ di vecchio amore”.

(Giovanni Chiaramonte, Dolce è la luce)

venerdì, ottobre 5

Type the sky

Affascinante questo progetto di Lisa Rienermann (per altre immagini guardate qui) segnalato da suspectdevice. Un modo di guardare le solite cose con stupore.

venerdì, aprile 13

Flickr in mostra

Un evento tutto dedicato all'immagine: "La (mezza) notte di FotoGrafia". Questa sera a Roma, nel parco della Casa del Jazz, in viale di Porta Ardeatina 55, saranno esposti 70 scatti scelti tra i centinaia raccolti grazie a un concorso per fotografi amatoriali indetto da flickr.com. Se fossimo nelll'amata capitale, ci saremmo.
(Notizia tratta da repubblica.it)