lunedì, marzo 23

Cuor di leone

Langone e Rondoni difendono il coraggio del Papa che dice la verità su Africa e lotta all'Aids contro le menzogne dei governi occidentali.

sabato, marzo 14

La carezza che non sappiamo più donare

Al direttore - Su fine vita, testamento biologico, eutanasia, possiamo continuare a organizzare tavole rotonde, quadrate e rettangolari, ma temo che non arriveremo mai a capo di nulla. L'altro giorno ho visto però la risposta vera a tutti questi nostri quesiti: la risposta sta in una carezza, la carezza che il Papa ha regalato a Gian Piero Steccato, un uomo che da più di dieci anni è paralizzato, muto, cieco, un po' sordo e attaccato a un respiratore. Muove mezza bocca (storta) e il mignolo della mano sinistra. Uno si può domandare: ha senso un'esistenza del genere? Sì che ha senso! Gian Piero è andato da Ratzinger per festeggiare i 35 anni di matrimonio e per fargli sapere che "ho voglia di vivere, sono entusiasta e curioso, amo la natura e il mondo in cui ho la fortuna e il privilegio di esistere. Sono consapevole che la mia fortuna è frutto della volontà del Signore e ringrazio infinite volte per quanto mi viene concesso". Il Papa ha accarezzato Gian Piero a lungo, per quasi un minuto e quell'interminabile carezza è un fatto, non un'ideologia e neanche un discorso (e quanti ne facciamo di discorsi!). È la carezza che ognuno di noi vorrebbe ricevere (anche se non abbiamo la forza di ammetterlo). È la carezza che non sappiamo più donare.
(Massimo Pandolfi, caporedattore del Resto del Carlino sul Foglio di oggi)

venerdì, marzo 6

Immaginare la città

Giornata di studio

11 marzo 2009
h. 10.00 – 17.00
Aula Carlo De Carli
Facoltà di Architettura Civile
via Durando 10, Milano

Tra le molteplici forme di crisi che colpiscono il presente, una – non certo la più ‘grave’ ma sicuramente tra le più odiose e insidiose – riguarda il prosciugarsi della capacità di immaginare il futuro che ci attende. Epoche precedenti la nostra, in questo senso, non soltanto hanno costruito la propria città fisica, ma hanno anche immaginato la città futura, in questo modo determinandone – almeno in parte – il destino. Oggi, al contrario, l’immaginario di città, al pari di ogni altra proiezione orientata al futuro, sembra essersi esaurito.
Qualcuno ha un’idea di quello che Milano – e in senso più generale la città – potrà diventare? Qualcuno riesce ancora a immaginare il suo e il nostro futuro, senza che ciò debba per forza assumere contorni apocalittici o profetici? Qualcuno ha un progetto?

(Guarda l'evento su Facebook).

mercoledì, marzo 4

Corri ancora Dwain

"Dopo la palestra mi iniettavo sempre una dose di insulina nello stomaco. E non sono mai stato beccato... Lo sport inglese mi ha usato per pulirsi la coscienza".

"Il suo thg mi aveva fatto scendere di un decimo nei 100, da 9"97 a 9"87".

"Ho pensato davvero di togliermi la vita".


Parla Dwain Chambers, un grandissimo dell'atletica mondiale, e dice le cose come stanno: che l'antidoping è una messinscena che si regge sull'ipocrisia di atleti e finti organi di controllo, e che alcuni scontano la pena per tutti, perché la gente si convinca che lo sport è pulito...

Da leggere la sua autobiografia "Race against me".

lunedì, marzo 2

"Cambierò Milano con case da duemila euro al metro"

La sfida è riportare i giovani in città. Perché l'invecchiamento la rende insostenibile. Come? Con un patto con i costruttori. Più cubatura ma più edilizia convenzionata.

Leggi l'intervista a Carlo Masseroli, assessore allo Sviluppo del Territorio, pubblicata su VITA.