sabato, dicembre 27

"Per me e per mio marito la vita è una cosa buona"

Storia di un bambino che non doveva nascere e che oggi sarà battezzato.

Da leggere e far leggere (qui).

giovedì, dicembre 25

"Un bambino per sempre"


«Che poi, perché il Natale potesse avvenire, Dio abbia deciso d'aver bisogno di un "sì" pronunciato da Maria, ci garantisce ancor più teneramente del cerchio strettissimo, della strettissima collaborazione cui, per incarnarsi, Dio ha voluto chiamare l'uomo. Così è proprio ripetendo il "sì" per cui Maria è diventata sua e nostra Madre, quel "sì" che pronuncia ogni donna che accetti di generare, ripetendolo ogni giorno e in ogni minuto di ogni giorno, che l'Incarnazione e, con essa, il Natale si verificherà di continuo; che la vita rinascerà senza posa».

Giovanni Testori

Da rivedere

Con questi occhi.

mercoledì, dicembre 24

(Il monte Tresero visto da Bormio 3ooo)

Noi non ci accontentiamo di vedere la Bellezza, anche se il Cielo sa che gran dono sia questo. Noi vogliamo qualcos'altro, che è difficile esprimere a parole. Vogliamo sentirci uniti alla bellezza che vediamo, trapassarla, riceverla dentro di noi, immergerci in essa, diventarci parte.

(C. S. Lewis, Il peso della gloria)

domenica, dicembre 21

«L'architettura torni a essere un bene comune» _ Intervista ad Antonio Monestiroli

Antonio Monestiroli (sulla destra) con Renzo Piano

A sei anni dall'evento che la porterà all'attenzione del mondo, sul destino della città pesa il cinismo di tanti operatori. «Si fanno i progetti per valorizzare le aree, se e come vengono costruiti non interessa a nessuno». L'addolorato j'accuse di uno dei padri nobili dell'architettura milanese.



Andare. Andare per tornare. Usciamo dal cancello della vecchia “sciostra”, uno di quegli edifici a ballatoio lunghi e stretti dove si producevano e si conservavano le merci milanesi, che si affaccia sul naviglio pavese, con in mente queste parole.
Sono quelle che Antonio Monestiroli ci ha appena detto nel suo studio, e che potrebbe rivolgere a uno dei suoi tanti studenti. Perché «in Italia oggi non c’è spazio per l’architettura».

È tra i maggiori architetti italiani, si è formato alla scuola milanese di Ernesto Rogers, suo maestro d’elezione insieme a Ignazio Gardella e Aldo Rossi. Oggi insegna alla Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano, di cui è stato il preside fino al luglio scorso.
Dopo decenni di impasse, finalmente a Milano si muove qualcosa.
Si muove qualcosa in peggio. Con delle contraddizioni evidenti. Ultima la proposta di Masseroli (assessore allo Sviluppo del Territorio, ndr) di portare il numero degli abitanti da 1,3 a 2 milioni, che mi sembra davvero strana.

(...)

Milano deve crescere creando relazioni ampie. Il modello è l’Olanda: è grande come la Lombardia e ha lo stesso numero di abitanti. Quando vado a insegnare a Delft, alla sera vado a cena ad Amsterdam, e poi a dormire a Utrecht. Pensa che città straordinaria sarebbe la Lombardia dai laghi di Como, Varese, alla campagna di Pavia, Cremona…! Si potrebbe abitare sul lago e lavorare a Milano.

Quali i primi passi da compiere in questa direzione?
Il rafforzamento delle infrastrutture. Perché il policentrismo esiste se c’è un sistema efficiente di trasporto pubblico. Bisogna individuare le direttrici di sviluppo: avere sostenuto che il nord-ovest è una direttrice che culmina con Varese e Malpensa, è stata una scelta giusta. Questo vale anche a est, fino a Brescia. Ma a Brescia bisogna arrivarci col treno in 30 minuti, non in un’ora come adesso.


Scarica tutta l'intervista.

sabato, dicembre 20

Buoni da morire

Tu leggi "La bimba senza il gene del tumore al seno" su LaStampa.it e pensi che grande notizia, ma che passi avanti che fa la scienza. Poi arrivi al sottotitolo "Nascerà la prossima settimana
in Inghilterra: i genitori volevano eliminare l'alto rischio ricorrente", e pensi ma che bravi, come le vogliono bene. Quando leggi l'articolo qualche dubbio ti viene:
"Un team di medici dell’university College Hospital è riuscito infatti ad analizzare gli embrioni della donna di 27 anni e selezionare quelli privi del gene incriminato".
E gli altri? ti chiedi.
Poi, su un altro giornale - uno non basta mai - ti informi meglio. Solo a questo punto scopri che la storia è un po' diversa .
La coppia infatti grazie alla fecondazione in vitro ha ottenuto 11 embrioni. Dei cinque non portatori del gene, tre sono stati congelati, uno non si è impiantato e uno è quello della bambina che nascerà a giorni. Gli altri sei, portatori del gene, sono stati eliminati.
La notizia che arriva da Londra è allora una grande conquista della scienza moderna o un'ulteriore possibilità di manipolazione della persona secondo la propria - quanto misera! - idea di vita felice?
I genitori saranno così buoni da spiegare alla loro bambina che se avesse avuto quel gene sarebbe stata eliminata prima di nascere?

Piccoli totalitarismi


La finzione

Riccobon (amministratore delegato della clinica "Città di Udine) ha confermato la "disponibilità di assistere la donna nei suoi ultimi giorni di vita". "Cio' - ha aggiunto Riccobon - a patto che la regione Friuli Venezia Giulia si prenda la responsabilità di condividere questo percorso di pietas".
Il protocollo assistenziale di distacco dall'alimentazione artificiale di Eluana Englaro avrà una durata di circa 15 giorni.
(da repubblica.it)

La verità
Uccido questa donna in nome della sua libertà, consacrata dalla legge. Così dovrebbe parlare un medico pietoso. Invece questi volontari eutanasici parlano dell'eventuale "disagio" del paziente tradito, e biascicano qualcosa sul protocollo per "l'accompagnamento decoroso stabilito dalla Corte d'Appello". Il mondo di Orwell, ma banalizzato, senza la terribile grandezza del totalitarismo.
(Giuliano Ferrara, Il Foglio)

Titoli

‘IL PD APRE SULLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA E I MAGISTRATI AGITANO LE MANETTE' - il Velino

VELTRONI DEBOLE E I MAGISTRATI NE APPROFITTANO - OFFENSIVA PER FAR CASSARE LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA - Dagospia

GIUSTIZIA, NO DEI GIUDICI ALLA RIFORMA - LaStampa.it

giovedì, dicembre 18

"Le crudeltà gratuite"

A proposito di Eluana, della "kill pill", dell'impegno dei cattolici sui temi etici e di che cosa vuol dire seguire Cristo secondo Ferrara.

La morte di Eluana e la Ru486: astratte manipolazioni ideologiche

La morte imminente di Eluana Englaro a Udine è agghiacciante perché gratuita. Non c’è niente che spinga in quella direzione, tranne l’astratta volontà della legge. Per Terri Schiavo c’era almeno una iraconda contesa familiare, la colpa di ammazzare una persona si condensava in una specie di scommessa maritale sulla proprietà di quella donna. Aveva ragione Dostojevskij, che ora può essere facilmente parafrasato: se la proprietà della vita non è più di Dio o del mistero, tutti possono considerarsi suoi proprietari. Nel nostro caso, il comportamento del padre della ragazza è al di sopra di ogni giudizio possibile. Ma non quello di chi lo consiglia, lo asseconda o, peggio, si difende ignobilmente dietro lo scudo del suo cuore. Inscenando una operazione ideologica spericolata, che con la denuncia radicale ai danni del ministro Maurizio Sacconi comincia a profilarsi per quello che è ed è sempre stata: una campagna per l’eutanasia ben dissimulata, come fu per Piergiorgio Welby (e questo della dissimulazione è un peccato contro lo spirito che i moribondi e vitalissimi radicali pagheranno con l’inferno).

Leggi tutto l'articolo dell'elefantino.

Gaber al Piccolo

In una casa a picco sul mare
Vivevano un uomo e una donna,
E su di loro la vasta ombra di un dilemma;
L'uomo è un animale quieto
Se vive nella sua tana,
La donna non si sa se è ingannevole o divina;
Il dilemma rappresenta
L'equilibrio delle forze in campo
Perché l'amore e il litigio sono le forme del nostro tempo.

E il loro amore moriva,
Come quello di tutti,
Come una cosa normale e ricorrente;
Perché morire e far morire
È un'antica usanza che suole aver la gente.

Io ci vorrei vedere più chiaro,
Rivisitare il loro percorso,
Le coraggiose battaglie che avevano vinto o perso;
Vorrei riuscire a penetrare
Nel mistero di un uomo e di una donna,
Nell'immenso labirinto di quel dilemma.
Forse quel gesto disperato
Potrebbe anche rivelare
Il segno di qualcosa che stiamo per capire.

(Giorgio Gaber, Il dilemma)


Qui il video.

Appello


Cosa è la pillola Ru486 e perché bisogna fermarla


La Ru486 non è una medicina. Non cura alcuna malattia. Non aiuta la vita, la stronca sul nascere. La Ru486 non è amichevole nei confronti delle donne. Non realizza in alcun modo un aborto indolore, posto che sia possibile realizzarlo. E' al contrario un sistema abortivo altamente controverso anche dal punto di vista della sua sicurezza ed efficienza clinica. Più importante ancora, la pillola abortiva tende a deresponsabilizzare il sistema medico, e a ridurlo a dispensario di veleni, e lascia sole le donne, inducendole a una sofferenza fisica e psichica prolungata e domestica, molto simile alle vecchie procedure dell'aborto clandestino. Per queste ragioni etiche siamo contrari alla pillola Ru486 e alla sua introduzione in Italia, anche perché la sua utilizzazione è incompatibile con le norme della legge 194/1978. E pensiamo che occorra fare di tutto, ciascuno nelle forme pertinenti il proprio ruolo, per impedirla.

Lucetta Scaraffia
Roberto Formigoni
Giuliano Ferrara
e molti altri...

Per aderire scrivere a appelloRu@ilfoglio.it

mercoledì, dicembre 17

Finché c'è vita

Chissà se il tentativo estremo del ministro Sacconi - secondo cui interrompere nutrizione e idratazione delle persone in stato vegetativo persistente non è legale per le strutture pubbliche e private del servizio sanitario nazionale - riuscirà a salvare la vita di Eluana. Chissà se un giorno lei potrà ringraziare tutti quelli che non credano sia giusto disporre della sua vita secondo l'idea che noi ci siamo fatti della nostra. Probabilmente no. Probabilmente già domani Eluana sarà portata nella clinica privata "Città di Udine" dove il primario del reparto Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale Civile di Udine, Amato de Monte, darà attuazione alla "procedura" concordata fino all'ultimo dettaglio dagli avvocati, compreso il dettaglio che non è un dettaglio, ossia l'uso di morfina per alleviare il dolore altrimenti insostenibile della morte per sete (minime contraddizioni della fine eutanasica comminata per ragioni di pietà).
Qui, più che nel ministro, si spera in un miracolo.

martedì, dicembre 16

Se lo dice lui / 2

Che Fini fosse anticattolico lo sapevamo già. Le sue posizioni favorevoli alla disposizione della vita umana da parte della scienza in occasione del referendum sulla procreazione assistita lo avevano già dimostrato, ma oggi ha voluto ricordarcelo accusando la Chiesa di non aver preso posizione contro le leggi razziali fasciste. Non pretendiamo conosca le storie dei tanti sacerdoti, suore e laici che hanno rischiato la propria vita per mettere in salvo quella di molti ebrei, ma la Storia che parla di un Pio XI esposto in prima persona con discorsi molto duri che provocarono nel luglio 1938 uno scontro aperto con Mussolini, forse meriterebbe una rilettura.
Se poi per distogliere l'attenzione dal suo passato ingombrante si mette ad accusare altri di colpe proprie - cioè a dire, naturalmente, della propria parte politica - be', si tratta di un espediente retorico fin troppo abusato e nemmeno molto efficace. Qualcuno glielo dica.

Una storia vera

C'era una volta a Milano - via Festa del perdono - un gruppo di bravi ragazzi che scambiavano l'università Statale per un albergo, sfasciavano l'aula magna, dormivano nei corridoi insieme ai loro cani, e la questura non riteneva opportuno intervenire nonostante il rettore chiedesse di ristabilire - non si dica l'ordine pubblico -, ma quanto meno una minima dignità a un luogo che non voleva più fare da valvola di sfogo delle proteste sindacali.
C'erano una volta a Milano - stazione Cadorna - cinque pericolosi delinquenti (che secondo una prima indagine sarebbero ragazze di 19 anni, matricole alla Cattolica) che venivano schedate dai carabinieri per essere state colte in flagranza di reato: chiedevano offerte per costruire scuole in Terra Santa, Uganda, India, e per sostenere un ospedale in Paraguay.
Al termine della storia rispondere alle domande: 1. chi sono i buoni? 2. chi sono i cattivi? 3. Milano, ma dove sei?

sabato, dicembre 13

venerdì, dicembre 12

"Lui c'è, rilassati"

«Non dobbiamo sforzarci di dimostrare che c'è Dio, come se il Mistero avesse bisogno di noi. La bellezza della montagna non trema davanti ai nostri dubbi su di lei.
Siamo così moderni da pensare che il reale lo creiamo con il nostro pensiero.

Il cristianesimo è un avvenimento reso presente dall'umanità di Cristo. Da cosa sappiamo che è presente? Da una diversità umana. È talmente eccezionale che è facile riconoscerlo, è l'unico, ha dei tratti inconfondibili».

(don Julián Carrón, Esercizi Spirituali CLU, Rimini 5-7 dicembre 2008)

San Paolo riscritto

L'attore Andrea Soffiantini

Ma perché tradurlo? Non le bastava leggerlo?

Non mi bastava. Volevo gettarlo come un ingombrante monumento dentro la nostra letteratura.
Le infinite traduzioni che delle lettere esistono mi sembrano prese da uno strano bisogno esplicativo. Come se ad ogni parola il traduttore volesse ammonirci: guarda che Paolo, qui, a questo punto, vuol dire questo...
In esse, ciò che mi è sempre sembrato mancare è la totalità per nulla esplicante dell'originale; quel fissarti; quel prenderti di fronte come i grandi ladri dello spirito.
Perché proprio la prima lettera ai Corinti?
Perché è quella incentrata sulla Carità e sulla resurrezione. Non ho mai potuto dimenticare l'impressione di affondare, non so se in un abisso o in un abbraccio, che ebbi quando, ragazzetto, attaccai per la prima volta il frammento 13: "Se le lingue degli uomini - conosco...".

(Due domande a Testori sulla Traduzione della prima lettera ai Corinti)

martedì, dicembre 9

L'agenda di un "delinquente"

Caro direttore - prima che me le sequestrino e che qualche cronista pensi di fare il suo mestiere compulsandole per «ricostruire la rete di relazioni del Casotto attraverso le sue agende» (copyright Virginia Piccolillo, Corriere della Sera 5.12.08, pag. 3: «ricostruire la rete di relazioni del Saladino attraverso le sue agende») come è stato fatto con quelle del «punto apicale di Cl e della Compagnia delle opere in Calabria» -, mi faccio delatore di me stesso.

Sono anch'io di Cl, anche se non "apicale", e ho lavorato anch'io per la Cdo. Una fedina già così sporca ha inoltre una macchia indelebile: conosco Saladino. Dunque. Partiamo dalle agende telefoniche, cartacea e cellulare. Alla lettera F troverà il numero di Ferrara Giuliano, direttore del Foglio, ex ministro del Governo Berlusconi, ex confidente della Cia, anti-abortista amico di suore e cardinali, area politica di riferimento: centrodestra.


Leggi tutto l'articolo di Ubaldo Casotto sul Sussidiario.net

giovedì, dicembre 4

Fianco a fianco si uniscono coloro che camminano insieme e insieme guardano alla stessa meta.

(Sant'Agostino)