venerdì, ottobre 31

Sorella pioggia

Scendi acqua, scendi tanta, su quelli che fanno lezione in piazza, studenti ignoranti docenti fuori tempo.
Scendi fitta, e annacqua i pensieri già confusi di Giuliana Costa, raccolti come può in "Capitale sociale, istruzione e movimenti": tanta politica, e l’architettura?
Cadi rumorosa, e copri le parole di Giovanni Baule, che a nessuno, fuori copione, interessa davvero "Comunicazione e storia della protesta", qualcuno, sottovoce, glielo dica.
Pioggia, allaga il parco e bagna i piedi di Lamberto Duò, fagli capire che le "Leggi di Keplero" le deve spiegare al caldo, in aula, con la lavagna e il gessetto, davanti ai suoi studenti tutti, e non solo a questi quattro attori di un racconto che nessuno vuole ascoltare.
La storia, quella vera, la scrive ognuno al proprio posto. Imparando chi impara, insegnando chi insegna. Come non si potrebbe fare meglio.
Che è questa la rivoluzione. Tu vaglielo a spiegare, sorella pioggia.

giovedì, ottobre 30

Diritto al cielo

"Veramente uno dei problemi urgenti da risolvere per l'architettura della città, sia quello di inventare (cioè in senso latino, ritrovare) non solo il verde, ma anche il cielo.
Cioè dare questo spazio infinito a disposizione di chiunque abiti in una casa, cioè interpretare l'architettura della casa anche in funzione della sua disponibilità a concedere la vista dell'infinito del cielo: con le sue molteplici infinite apparenze sia che lo si veda terso, di quell'azzurro che, pur nei limiti del cielo lombardo, ad esempio, riempie ancora di gioia la nostra vita e le nostre giornate; sia che appaia pieno di nuvole, negli imprevedibili aspetti che le nuvole hanno, con l'infinito variare della luce".

(Piero Bottoni, Diritto al cielo)

martedì, ottobre 28

Bestiario

"È colpa di questo tipo di prof il caos del 2008. Oggi stanno in cattedra anche docenti che nessuna seria scuola media accetterebbe. Sono ignoranti, presuntuosi e spesso accecati dalla faziosità politica. Si sentono difesi dalla tessera di partito che gli ha garantito la cattedra. Spiegano agli okkupanti che debbono lottare «contro il modernismo reazionario del governo Berlusconi-Gelmini». E gli studenti impazziscono d'entusiasmo, come davanti a una rock-star.
Gli okkupanti ci spiegano che questa rivolta non è il Sessantotto del tempo che fu. Ma dovrebbero ammettere che è peggio del Sessantotto. Allora gli studenti si erano ribellati ai professori. Oggi sono i docenti a fomentare la rivolta. Baroni, baronetti e baronini sono gli unici a sapere con precisione ciò che vogliono. Il loro scopo è che tutto rimanga com'è, compresa la pessima gestione e la copertura dei tanti debiti. Siamo al paradosso: gli studenti scioperano per mantenere inalterati i privilegi di docenti che se ne fregano di loro".

Leggi tutto l'articolo di Giampaolo Pansa sul Riformista del 26 ottobre sui sessantottini che hanno cacciato i loro padri e che oggi rovinano i propri figli.

La finzione e la realtà

"La strana democrazia di certi media, la posizione della maggioranza degli studenti non fa più notizia", di Stefano Verzillo

"Noi non siamo disponibili a nessuna strumentalizzazione, da qualunque parte essa venga. Peraltro, continuare ad alimentare un clima di contrapposizione ideologica è l’ultima cosa di cui l’università ha bisogno in questo momento, il modo migliore per non affrontare i problemi e per non mettere mano a un disegno riformatore".

"Scienze politiche: 9mila iscritti, 30 occupanti, 20 giornalisti: un esempio di protesta mediatica", di Matteo Forte

"La scena che si presentava agli occhi di chi giungeva nella sede distaccata della Statale di Milano era proprio questa: un manipolo di ragazzi accerchiato da inviati e cameraman. I titoli dei principali quotidiani nazionali, così come la loro versione online del pomeriggio precedente, annunciavano l’occupazione della facoltà di Scienze Politiche e l’interruzione delle lezioni. Eppure allo sprovveduto visitatore pareva che lo scoop fosse che i giornalisti non c’avessero azzeccato per niente. Le lezioni si sono svolte regolarmente. Nessuna è stata interrotta. Intorno alla trentina di persone, che nella mattinata di ieri bivaccava in mezzo al cortile di via Conservatorio, la vita procedeva tranquillamente. C’erano quasi più telecamere e fotografi che manifestanti".

domenica, ottobre 26

"Inno alla bellezza"

Che importa che tu venga dall’inferno o dal cielo,
o mostro enorme, ingenuo, spaventoso!
se grazie al tuo sorriso, al tuo sguardo, al tuo piede,
penetro un Infinito che ignoravo e che adoro?

Che importa se da Satana o da Dio? se Sirena
o Angelo, che importa? se si fanno per te
– fata occhi-di-velluto, ritmo, luce, profumo, mia regina –
meno orrendo l’universo, meno grevi gli istanti.

(Charles Baudelaire, I fiori del male)

giovedì, ottobre 23

Qualche domanda

Vi siete mai chiesti perché ogni riforma della scuola, proposta da qualsiasi ministro, di qualsiasi partito, è sempre fallita? Cui prodest? E che ci fanno dietro le vostre spalle professori e sindacalisti? E i no global? Che c'entrano? E davvero necessario occupare le scuole? E occupare le stazioni? Chi è che vi spinge a iniziative contro la legge? Che interesse ha? Che ci fanno i politici (persino l'assessore all'Istruzione di Napoli) fra i vostri banchi? Chi è che pensa di sfruttare il vostro primo rossore per colorare piazze altrimenti vuote? Vi hanno raccontato un sacco di balle stilla riforma Gelmini. L'hanno fatto in classe. L'hanno fatto in modo strumentale. Vogliamo discuterne? Noi siamo qui. A disposizione. Oggi non invochiamo la Polizia: anzi, pensiamo che l'intervento delle forze dell'ordine per garantire lo svolgimento delle lezioni sarebbe una sconfitta per tutti. Pensateci. E, se potete, provate a uscire dal solito cliché delle barricate. Provate ad andare oltre gli slogan. Provate a discutere nel merito come si hi ad avere una scuola migliore. Questo sì che sarebbe, per una volta, davvero rivoluzionario.

(Mario Giordano, "Lettera apera agli studenti", il Giornale, 23 ottobre 2008)

martedì, ottobre 21

Una mano di arancione

Il breve viaggio in treno da casa all'università non basterà più. Prima era sufficiente per leggere quei tre, quattro articoli del Foglio al giorno, e per scorrere gli altri titoli. Ma adesso bisogna aggiungere la nuova creatura di Antonio Polito (da sempre il mio preferito "dall'altra parte"): 32 pagine di sinistra moderata e intelligente; di giudizi che vanno al di là delle solite posizioni di partito e di parte; di pezzi interessanti e ben scritti; di grafica curata e leggera.
Non dite a Walter di leggerlo, altrimenti rischia di mettersi a fare una vera opposizione.

lunedì, ottobre 20

Imprevisti

Da un articolo del 14 ottobre su Corriere.it:

«Abbiamo scoperto che Eluana ha ripreso il ciclo mestruale dopo 14 anni di amenorrea», spiega Giuliano Dolce, neurologo, presidente di Vive, organizzazione che riunisce un gruppo di medici e giuristi. «Questo significa che l’ipofisi, una ghiandola importante alla base del cervello, ha ricominciato a funzionare. Non abbiamo mai osservato un caso simile. È indispensabile approfondire le cause per capire che cosa sta succedendo».

Mentre stavo ancora cercando di cavarmela da solo, con poco aiuto da parte della filosofia e nessuno da parte della religione, mi inventai una rudimentale, artigianale teoria mistica tutta mia. Consisteva sostanzialmente in questo: che persino la mera esistenza, ridotta ai suoi minimi termini, era abbastanza straordinaria da essere eccitante. Qualsiasi cosa, paragonata al nulla, era magnifica.
(G. K. Chesterton)

sabato, ottobre 18

Aria fresca

Il bidello sciopera e non apre l'aula? E via con la lezione in giardino! È la brillante idea della professoressa Longanesi della Statale di Milano, che ai cortei (funebri) anti Gelmini preferisce un po' di aria fresca.

venerdì, ottobre 17

Dentro la legge 133

"Che cosa serve all’università per un rinnovamento ispirato a un vero riformismo".
Un approfondimento sul decreto n. 112 ormai convertito nella Legge n. 133 sull'università, pubblicato sul Sussidiario.net.

"L’unico scopo esplicito ricavabile dal provvedimento è quello di fare cassa giacché i tagli sono fatti a pioggia invece che – come auspicato anche dal Prof. Checchi – in modo selettivo.
Secondo alcune stime queste misure comporteranno (al netto della riduzione dei costi derivata dal blocco del turn over e dal rallentamento della dinamica retributiva di docenti e non docenti) un taglio del FFO complessivo a partire dal 2010 intorno al 10%. Se questo dato fosse anche solo verosimile il collasso del sistema, da più parti denunciato, non sarebbe improbabile.
Per evitare il tracollo – almeno così sembra – l’art. 16 dà facoltà alle università di trasformarsi in fondazioni di diritto privato. La legge, cioè, autorizza (ma non obbliga) gli atenei a dismettere gli abiti dell’ente pubblico e a vestire quelli di un soggetto privato. Sembra essere una via d’uscita, finalmente di stampo riformista, in direzione di una liberalizzazione del sistema. È così? No. La disposizione è talmente parziale e generica su molti punti, da rendere pressoché impossibile, al momento, la sua applicazione".

Leggi tutto l'articolo.

Care architetture_Sant'Ambrogio

Una che conosci bene anche tu è Sant’Ambrogio, la chiesa medievale, la chiesa romanica, la basilica. Dopo il Duomo, è la chiesa più milanese che ci sia: conserva le spoglie del santo che ha fatto grande la città ed è costruita di mattoni e di fede.
Ci entri due volte: prima nel quadriportico che ti accoglie come in un abbraccio, poi nell’interno, silenzioso e sacro. Lo sguardo si volge all’alto e all’intorno. Gli arconi a tutto sesto, i pilastri possenti, le tante cappelle, ti parlano di una fede che nasce dalla terra, che è dentro le case, che c’entra con la vita.

Maestri

«Aldo Rossi in particolare mi ha insegnato a guardare la realtà. Per Aldo Rossi tutto era spettacolo, la realtà stessa era spettacolo, la vita quotidiana era spettacolo. E questo spettacolo andava messo in scena. Ricordo che questa scoperta per me è stata determinante. Il mio apprendistato di architetto è stato segnato da questo nuovo e affascinante punto di vista, un punto di vista che mi ha consentito di capire i rapporti tra tutte le arti della rappresentazione. Così quando Aldo Rossi parlava di Luchino Visconti, di Thomas Mann, di Mario Sironi si capiva che quel che teneva insieme questi artisti e lui a loro era il punto di vista da cui tutti loro guardavano la realtà: la realtà come spettacolo, la città come “scena fissa della vita degli uomini”, come luogo di cui stupirsi ogni giorno così come come ci si stupisce della propria esistenza. È lo stupore forse il carattere più evidente della straordinaria personalità di Aldo Rossi, la sua capacità di stupirsi sempre, dell’architettura come della vita».

(intervista ad Antonio Monestiroli, AIÓN, 11/2006)

Wojtyla da vicino



"Come mi accoglieranno i romani, cosa diranno di un Papa venuto da un Paese lontano?". Un attimo prima che i cerimonieri aprissero le ante della loggia della benedizione, la sera del 16 ottobre 1978, Karol Wojtyla, appena divenuto Giovanni Paolo II, pensava a come Roma avrebbe guardato a "un Pontefice straniero dopo i bellissimi e importanti Pontificati del Novecento". Questa rivelazione è del cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, per trentanove anni segretario particolare di Wojtyla. 

"Mi confidò - racconta oggi il cardinale - la sua preoccupazione per Roma quando potei avvicinarlo, vincendo l'emozione di vederlo per la prima volta vestito di bianco. Mi disse anche che appena affacciato si era rassicurato perché nell'accoglienza della gente in piazza San Pietro aveva percepito un sentimento di speranza. Ecco, disse proprio così: ho sentito la speranza. Aggiunse che guardare la piazza dalla loggia gli aveva rafforzato la consapevolezza di essere Papa in quanto vescovo di Roma. Insomma, tra il Papa polacco e Roma era stato amore a prima vista. Ne era felicissimo e quando, negli anni, tornava col pensiero a quella sua preoccupazione iniziale lo faceva proprio per confidare di sentirsi più che mai 'romano de Roma' ".

Leggi la bellissima intervista a Stanislaw Dziwisz pubblicata sull'Osservatore Romano a 30 anni dall'elezione di Giovanni Paolo II al soglio pontificio.

mercoledì, ottobre 15

Meno uno

"Allora, Gianni, continuerai a spararle le tue cazzate?".
Vorrei tanto averla fatta io questa domanda a Vattimo, che oggi ha tenuto la sua ultima lezione all'università. L'unica consolazione è che, comunque, qualcuno gliel'abbia fatta.

martedì, ottobre 14

Déjà vu

Finalmente si fa sul serio. Li aspettavamo. Dopo le vacanze in Sardegna sulla barca di papà, lo scazzo di settembre e qualche rapido preparativo, eccoli qua, sulla prima pagina del Corriere, qualche centinaio di studenti che qui ci ostiniamo a chiamare ignoranti, a strillare la loro democrazia.

Licei e università occupati, perché l'importante è muoversi al suono delle solite vecchie parole d'ordine - le stesse dei loro padri, private di originalità, ripetute ma non pronunciate - piuttosto che far muovere, per una volta, il pensiero.

Questi i fatti visti dal Corriere, questi quelli visti dal Giornale (bell'articolo di Michele Brambilla sulle "Lezioni di corteo", sì, avete letto bene), e qui un'intervista del Sussidiario.net alla povera Mariastella.

Qui sotto invece il giudizio tratto dal volantino del CLDS (Coordinamento Liste per il Diritto allo Studio), il meglio letto a proposito finora:
"Il Governo dovrebbe inoltre lasciare libertà nella gestione del turn-over a quegli atenei che hanno spese di personale inferiori al 90% del FFO, concordando invece specifici piani di rientro con gli atenei con spese di personale superiori.
Si tratta in sostanza di riformulare le regole del gioco, lasciando alle università il tempo e la
possibilità concreta di partecipare alla competizione.
Da parte loro le università non possono arroccarsi su posizioni di pura conservazione dello status quo e non dovrebbero chiedere nell’immediato più soldi, ma più prospettive. In particolare occorre accettare l’idea che il sistema esige una differenziazione tra atenei per procedere positivamente a una selezione delle eccellenze.
Inaccettabili, oltre che inutili, sono i tentativi (in atto in alcuni atenei) di occupare le facoltà e di
bloccare il regolare svolgimento delle attività didattiche o gli appelli d’esame e di laurea.
Iniziative di questo tipo non sono altro che sciacallaggio politico sulla pelle degli studenti che sono l’anello più debole della catena".

Scarica il volantino.

lunedì, ottobre 13

Fuksas o Fuffas?


Uno sguardo impietoso ma nemmeno troppo irrealistico sull'architettura contemporanea. Da riderci, se solo non si trattasse delle nostre città.

Crisi/2

"Questa crisi mostra la pericolosa utopia di un divorzio tra finanza ed economia reale. Ma, così facendo, svela anche una concezione dello sviluppo, del lavoro, dei soldi e in definitiva di noi stessi. Su che cosa si fonda la vita di una persona e di un popolo? L’homo oeconomicus è una dimensione dell’uomo come tale; il mercato non è separabile dall’assetto ideale e operativo di una società. Non si può pretendere che esistano mere soluzioni di sistema, che sollevino dall’onere di ripensare che uomini siamo e vogliamo essere, a che cosa siamo realmente attaccati e che cosa vogliamo costruire. I due livelli sono inscindibili, decidono il volto dei singoli e dei popoli. Forse è per questo che quelli che taluni ritenevano “italici vizi” (leggi piccola e media impresa e distretti industriali) si rivelano oggi come virtù?"

Leggi tutta la rassegna stampa CLU dal 30 settembre al 13 ottobre 2008.

Crisi/1

Istruzioni per l'uso

Risultati di svariati studi sulla felicità. Gli estroversi sono più felici degli introversi; gli ottimisti sono più felici dei pessimisti; le persone sposate sono più felici dei single, le persone con figli non sono più felici delle coppie senza; i conservatori sono più felici dei progressisti; chi va in chiesa è più felice di chi non ci va; i laureati sono più felici degli altri, ma chi ha un dottorato è meno felice di chi ha una laurea di primo livello; le persone che hanno una vita sessuale attiva sono più felici; gli uomini e le donne sono ugualmente felici, ma le donne hanno una gamma di emozioni più vasta; una relazione extraconiugale rende più felici, ma non compensa la profonda tristezza che si prova quando si viene scoperti e lasciati dal partner; le persone sono al livello minimo di felicità quando stanno andando al lavoro; chi è impegnato è più felice di chi non ha da fare; i ricchi sono più felici dei poveri, ma non di molto. (il Giornale, 5 ottobre)


E io stupido che pensavo che la felicità accadesse così, come un bel giorno.

Da seguire

Spirit of America è il bel blog di Marco Bardazzi, uno dei nostri migliori giornalisti esportati negli Usa. Per capire qualche cosa di elezioni americane e seguire la lunga corsa di Obama verso la presidenza - almeno secondo quanto dicono i sondaggi - bisogna per forza passare da qui.

domenica, ottobre 12

Milano di nuovo

Come la certezza d'un amore renda più bella una città è un mistero su cui qui ancora ci si interroga. Ci si rallegra, ci si stupisce e ci si interroga.

sabato, ottobre 11

Fratelli diversi

Partecipare a una messa neocatecumenale a Milano e scoprire che il concetto di "cattolico" è molto più ampio di quanto pensassi. Prenderne atto e provare a immaginare che cosa direbbe papa Ratzinger se fosse seduto al mio fianco.
Uscire dalla chiesa, lasciarsi alle spalle la predica nella forma assembleare, la comunione seduti, il ballo intorno all'altare e rimpiangere tanto il canto gregoriano.
Ricordare le parole di Guardini: "La liturgia ha in sé qualcosa che fa pensare alle stelle, al loro corso eternamente uguale, alle loro leggi inviolabili, al loro fondo silenzio, all’ampiezza infinita in cui si trovano. Chi vive realmente in essa, si assicura la verità, la sanità e la pace nell’intimo dell’essere". Qui, dopo quasi due ore, fa pensare solo alla voglia di tornare a casa, e assicura un gran mal di testa.

Grazie Corriere

Pensavo che con i titoli sulla catastrofe economica mondiale avessi letto tutto. Avessi avuto, anche per oggi, la mia buona dose di cattive notizie giornaliere. Poi continuo a sfogliare il Corriere e mi imbatto nelle immagini di centinaia di studenti - ma forse sarebbe meglio dire asini, non uno che conoscesse il motivo del suo essere in piazza e tantomeno la riforma della Gelmini - e il giornalista che falsamente preoccupato titola: "Bruciato un grembiule a Bergamo", e io che osservo "chissenefrega", e Veltroni che, orgoglioso per principio, rivendica "questi sono i nostri ragazzi".
Ma poi, prima di riporre l'autorevole quotidiano, mi cade l'occhio sull'editoriale di Giovanni Sartori, e non si può non leggere l'editoriale di Giovanni Sartori, tanto più se si chiama "Buonsenso e cretinismo". Sul finale, a proposito del Papa e del suo no all'uso dei contraccettivi, il nostro maestro del pensiero azzarda: "Come San Tommaso, io credo in una ratio confortata fide e diffido della fede senza ratio". Penso: sono a posto. Sartori che insegna San Tommaso a Ratzinger e gli dà lezioni sul rapporto fede-ragione è senza dubbio il meglio del giorno. Adesso ho letto veramente tutto. Grazie Corriere.

venerdì, ottobre 10

"Travolti da un insolito listino"


Qui si parla poco d'economia - di ciò di cui non si sa parlare, è meglio tacere, parafrasando Wittgenstein.
Ma non vuol dire che non se ne legge, per esempio su www.ilsole24ore.com o su http://sofia.splinder.com/

Buona crisi a tutti.

giovedì, ottobre 9

La cognizione del dolore

Davanti alla malattia, alla morte, e in senso più generico al dolore umano, non si trova chi resti indifferente, chi non avverta anche solo un poco di tristezza, o chi non bestemmi, perlomeno.
Più frequentemente ci si imbatte in chi ha una reazione solidaristica, d'una solidarietà però a tratti meccanica, quasi indotta dall'ambiente. Come ci fossero sentimenti convenzionati per certi tipi di circostanze. Quasi desse scandalo non sostenere la ricerca contro il cancro, per la quale però si mette mano al portafoglio con la stessa partecipazione umana con cui si finanziano i progetti per salvare la foresta equatoriale, o per i più sensibili si adotta un cane abbandonato - e infatti poi gli uomini veri li lasciano morire di fame e di sete, "per pietà".
La compassione ha lasciato il posto al filantropismo, la commozione è scambiata con la lacrima di rito. Perché il cuore può scomparire anche sotto ai buoni sentimenti e alle buone maniere di una vita in cui noi - noi! - in fondo non ci siamo mai.
Ma c'è anche chi invece il dolore lo sa guardare in faccia, al male gli sa dare un nome, della speranza conosce le ragioni.

Due concezioni e due articoli:
"Lo stadio pieno per Borgonovo". (da Corriere.it)
"Ecco il mio piccolo Gesù deforme" (da Tempi.it)

mercoledì, ottobre 8

Tutto il peggio di Facebook secondo Annalena

"Dopo che una giovane collega ha lasciato il fidanzato con cui doveva sposarsi pochi giorni fa per via di facebook (la follia di una notte del fidanzato ha scritto su facebook alla collega e a tutti i suoi contatti, comunicando trionfante l’accaduto e allegando foto-prova), a questa colonnina è stato chiesto di farsi servizio pubblico e denunciare la pericolosità sociale dell’aggeggio sfasciafamiglie (...)".

Leggi tutto l'articolo "Cielo, mio Facebook" di Annalena Benini pubblicato oggi sul Foglio.

martedì, ottobre 7

Ateo devoto difende le ragioni della Chiesa da un suo cardinale in materia d'amore

“La prossimità corporea delle persone prima del matrimonio è un fatto”, dice eufemisticamente il cardinal Martini. E’ vero: i ragazzi e le ragazze, anzi ragazzini e ragazzine (e poi su su con l’età le cose cambiano ma non di molto) scopano come pare a loro, e piace (non sempre piace, per la verità). Martini ne desume che la chiesa non ha riconosciuto questa realtà, le si è messa contro, ha perso autorevolezza, e quindi dovrebbe chiedere scusa per l’enciclica Humanae vitae scritta da Paolo VI nel 1968, il testo che diede scandalo e mise il Papa in una situazione di tormentosa solitudine.
(...)
Penso anche io che “la prossimità corporea delle persone prima del matrimonio è un fatto”, ci mancherebbe, ma non ne deduco che l’ultima istituzione capace di ragionare d’amore, cioè la chiesa con la sua dottrina cattolica e la cultura cristiana in generale, debba rinunciare alla propria esperienza e alla parola razionale per prosternarsi in un mea culpa di fronte alla libera libido moderna. Perché mai? Può essere, e lo dico da laico, lo dico accettando senza obblighi di coscienza e di fede la diagnosi e le indicazioni di Benedetto XVI e dei suoi predecessori, può essere che la “prossimità”, la promiscuità, il divorzio, l’aborto, l’infertilità generalizzata siano testimonianze straordinarie di amore moderno, ma può essere vero il contrario. Vogliamo continuarla questa discussione, o vogliamo chiuderla con le scuse oscurantiste della chiesa cattolica, con una bella abiura, e con il trionfo del secolarismo più invadente, ideologico e saccente?"

Leggi qui tutto l'editoriale di Giuliano Ferrara (Il Foglio, lunedì 6 ottobre 2008)

mercoledì, ottobre 1

Sul viaggio

Nell'immagine del viaggio c'è sempre l'illusoria convinzione che, partendo, i pensieri più gravosi restino a casa, come se a Venezia la testa e il cuore non fossero, per chissà quale strano motivo, più i tuoi.
Poi arrivi e ti accorgi che cambia la scena - qui fatta di barche e di ponti, del San Giorgio di Palladio e di un cielo che cade piano nella luce di un sole pallido, eppure a momenti luccicante, gagliardo - ma tu ti sei portato ugualmente dietro te stesso, "per fortuna", diresti poi.

Ancora una volta ti salva il più piccolo avvenimento. È la scritta dello stemma del Patriarca, là in alto, sul palazzo dell'arcivescovado, a dire già tutto. Che cosa non fa più mancare la vita.