venerdì, giugno 27

Trova le differenze

Dobbiamo dire grazie alla Spagna. Da oggi il genere umano si allarga, finalmente possiamo chiamare fratello anche l'amico scimpanzè.
Quello governato da Zapatero (foto) sarà il primo paese europeo a riconoscere «diritti fondamentali» a questi animali così simili all'uomo - ci differenzia un misero 5% di DNA.
Come ha detto Joaquin Arujo, il presidente del Progetto Grandi Primati, «in fondo siamo tutti grandi scimmie» - e in certi casi come negarlo?
Che poi lo stesso Paese consenta ogni tipo di sperimentazione sugli embrioni umani, sembra una contraddizione solo a dei vecchi conservatori. Certo è che perdere gli europei per opera di 11 gorilla in maglia gialle brucia ancora di più.

Leggi la notizia su Corriere.it e il commento di Marina Corradi su Avvenire online.

mercoledì, giugno 25

Se lo dice (pure) il Financial Times

Scherzi a parte. A proposito di giustizia, capo del governo e magistratura, consiglio questo editoriale sul Foglio di oggi.

"Nessuno lo può giudicare"
La magistratura deve riconquistarsi il titolo di organo della giustizia

Il gruppetto di poche centinaia di contestatori che si è radunato davanti al “mitico” palazzo di giustizia di Milano inalberava, tra gli altri, un cartello che voleva essere sarcastico: “Nessuno mi può giudicare”. Il titolo di una vecchia canzone di Caterina Caselli veniva utilizzato per deplorare la volontà di Silvio Berlusconi di “sottrarsi” ai suoi giudici. Berlusconi in realtà si è già sottoposto per cinque volte al giudizio che conta, quello del popolo sovrano (come dice la Costituzione, sempre che questo concetto non venga considerato un’espressione di deprecabile populismo). Ha anche subito una ventina di procedimenti giudiziari, tutti finiti in una bolla di sapone, che persino il Financial Times ha giudicato come un tentativo di intromissione di un ordine giudiziario dotato di poteri strabordanti nella dialettica democratica. Berlusconi ne ha abbastanza, e con lui la gran parte degli italiani (...).

Leggi qui tutto l'articolo.

lunedì, giugno 23

Alla sbarra

Poi dicono che Berlusconi esagera sullo strapotere della magistratura.

Dove sta di casa la gioia

Roma, Basilica papale di Santa Maria Maggiore. Ordinazione sacerdotale dei missionari di San Carlo.

«Ricevi le offerte del popolo santo per il sacrificio eucaristico. Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore»
(dalla liturgia del rito di ordinazione).

«Il sorriso dei nostri occhi è la certezza del compimento»
(uno dei preti ordinati, durante la prima messa).

mercoledì, giugno 18

Leggi qui lo sfogo di Aldo Grasso che interpreta il pensiero di tutti gli italiani a proposito della telecronaca Rai agli Europei.

sabato, giugno 14

Europa, no grazie

E così l'Irlanda ha detto no al Trattato di Lisbona.


«Perché si è corso il rischio che decisioni fondamentali per la libertà dei cittadini vengano assunte in sede europea da organismi in alcun modo legittimati dalla sovranità popolare».

«In Europa, dopo la fine delle ostilità del maggio 1945, ci è stato concesso un lungo periodo di pace. Ciò è merito della prima generazione di politici del dopoguerra – Churchill, Adenauer, Schumann, De Gasperi –, cattolici che concepivano l’Europa e la sua ricostruzione dopo i disastri del ventesimo secolo, come un progetto di civiltà cristiana. Asse portante di questa politica pacificatrice è stato il legame dell’azione politica con la morale, non in vista di uno stato confessionale, bensì di uno stato plasmato da una ragione etica.
Oggi come allora è di cruciale importanza il rapporto tra fede e ragione e la ricerca del loro giusto rapporto deve collocarsi al cuore del nostro impegno politico.
Senza dubbio infatti i due partner principali della costruzione di una nuova Europa sono la fede cristiana e la razionalità occidentale laica».

«All’Europa è necessario prima di tutto ritornare se stessa, non rinnegare le proprie origini, tenere fede alla propria identità, perché non c’è nessun popolo che pensi che il proprio progresso passi per la dissoluzione di sè».

«C’è un odio di sé dell’Occidente che è qualcosa di patologico: l’Europa non ama più se stessa fino a rinnegare la sua stessa tradizione culturale e religiosa, sotto l’attacco di un nemico interno – il relativismo – e di uno esterno – il fondamentalismo.
Una strada si impone: l’Europa deve ripartire da se stessa, da ciò che l’ha resa grande: un’idea di politica e ragione fondata sui contributi dell’Illuminismo da una parte, dell’umanesimo cristiano dall’altra».

«Ma oggi che la razionalità europea è stata ridotta allo strumentalismo tecnico dello scientismo e all’estetismo superomista, oggi che ogni desiderio pretende di trasformarsi in diritto, oggi che la ricerca stessa della verità è considerata senza senso e la sua affermazione una violenza, restituire la ragione a se stessa, tornare a considerarla in tutta la sua vastità è il compito di buonsenso, di senso comune, di realismo, che si impone ai politici e a tutti i cittadini europei».

(citazioni tratte dalla mia tesi in "Per un bene possibile - Contributi dai Seminari di Cultura e Formazione Politica 2007", ed. Marietti 1820, Milano, maggio 2008)

venerdì, giugno 13

Dichiarazioni

Un simpatico siparietto made in Foglio sul gioiello di casa Apple.

Claudio Cerasa è pro life e pro iPhone, mentre per Alessandro Giuli è un oggetto da allucinati tecnologici.

Io pro life lo sono molto, allucinato tecnologico un po' - pro iPhone tutta la vita.

L'allenza inevitabile

«Nessun problema importante nel mondo può essere risolto senza l’impegno congiunto di Europa e USA; nessun problema è irrisolvibile quando lo affrontiamo insieme»

(Giuliano Amato, Mai contro l’America, Corriere della Sera, 14 giugno 2003)

giovedì, giugno 12

Il "Foglio" perde i pezzi

E che pezzi! Il vice direttore esecutivo, Ubaldo Casotto, lascia la compagnia ferrariana per il "Riformista". Al suo posto il bravo Alessandro Giuli, 33 anni, da cinque cronista politico del quotidiano più bello del mondo.

sabato, giugno 7

Uno strano pellegrino

«Non era solo un'emozione estetica né soltanto una curiosità intellettuale: c'era per me, come sarebbe stato per chiunque altro nelle mie condizioni anomale di testimone della fede altrui, un'accoglienza spirituale sincera verso quel mare di umanità che mi veniva incontro, festeggiando l'incontro con il calore tipico dell'adunanza cattolica».

Scarica qui l'intero articolo di Giuliano Ferrara, "Il mio pellegrinaggio da ateo devoto", Il Giornale, 7 giugno 2008.

L'ultimo sorpasso

«Come faccio a spiegare a mia moglie che se guardo fuori dalla finestra sto lavorando?»
(Dino Risi)

Lezioni americane

Qual è quel paese in cui due candidati alla presidenza si contendono per mesi la leadership del partito a colpi di idee, programmi politici, discorsi davanti a folle oceaniche in un instancabile viaggio da nord a sud, da ovest a est per raggiungere tutta la cittadinanza?
Qual è che paese in cui dopo tale battaglia il candidato che risulta sconfitto annuncia ''il pieno appoggio e sostegno'' alla candidatura di chi ha vinto il duello, promettendo ''ogni sforzo possibile'' per farlo eleggere? Qual è quel paese in cui lo stesso candidato sconfitto, nel suo discorso di addio, fa suo lo slogan dell'ex rivale?
Bè questo paese è uno spettacolo di politica e di democrazia. Questo paese sono gli Stati Uniti, of course. Una grande nazione che ha molto da insegnarci, e di cui dovremmo onorarci di essere alleati.

martedì, giugno 3

Io lo conosco

Finire su Dago - il sito di giornalismo più cliccato dai giornalisti - è una soddisfazione niente male per uno che fa questo mestiere. Soprattutto se è giovane e se ha anche un blog. Bè un mio amico ce l'ha fatta, con questa bella e tempestiva intervista a Sallusti, neodirettore de "L'Ordine", antica testata di Como che rinasce come foglio di politica e d'opinione.