mercoledì, aprile 30

Bacon a Milano

«Senza un vero soggetto che ti prenda e ti divori l’anima, si tende a ricadere nella decorazione. La vera, grande arte rimanda sempre alla vulnerabilità della condizione umana».

«Non illustrazioni di realtà, ma immagini che siano una concentrazione di realtà, una stenografia di sensazioni».

«La mia è solo una vita alla deriva».

(dalla mostra Bacon a Palazzo Reale)

AAA cercasi cattolici

"Il virus dell’irrilevanza si insinua nei tre rami dei cattolici in politica", di Maurizio Crippa, Il Foglio, 30 aprile

"Irrilevanza è la parola stregata, da esorcizzare. Invece ristagna nell’aria come certi malumori sottili che accomunano in questo debutto di legislatura le sponde diverse, forse anche lontane, del cattolicesimo politico italiano".

Leggi l'intero articolo.

martedì, aprile 29

Spot



"Chi sono

O meglio perché faccio questo blog: perché penso che la storia dell'arte liberi la testa, perché è stupido vedere 150 mostre all'anno senza lasciare una traccia di pensiero, perché capisco Randy Sam che il 21 agosto 2007 ad Avignone baciò un quadro di Cy Twombly, lasciando il segno delle labbra sulla tela".

Questo è Robe da chiodi, il nuovo blog di un caro amico e grande giornalista.

Appunto

Uno dice presidente del Senato e pensa alla figura istituzionale. Al grande politico quasi bipartisan. All'uomo stimato a destra e a sinistra e anche al centro. Allo statista, all'intellettuale, magari. A quello dalla risaputa sensibilità politica, che si è sempre distinto per il rispetto dell'avversario, per la correttezza e la condotta impeccabile in aula e fuori dall'aula, nel partito, nella società civile. La parola "Senato" ha dentro un'aura di storia patria e di senso dello stato, di prestigio personale e appartenenza alla comunità (o almeno dovrebbe averla).
Uno dice presidente del Senato e si vede davanti Amintore Fanfani, Francesco Cossiga, Giovanni Spadolini, se ha qualche anno sulle spalle. Oppure Marcello Pera o Franco Marini, se è tanto giovane che al Senato nemmeno vota.
Poi si sveglia e si trova Renato Schifani. Appunto.

SPQR

L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è il continuare ad affermare un pensiero e il suo perché
con la scusa di un contrasto che non c'è
se c'è chissà dov'è.

Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

(Giorgio Gaber, Destra/Sinistra)

Yes, weekend

Ostia, domenica 27 aprile. Alcuni elettori del Pd si godono i primi caldi.

venerdì, aprile 25

Chiarimenti

«La vicenda di Roberto Formigoni, invitato a restare dov'è con promesse per il futuro che non lo convincono, è stata una sorpresa relativa. Prolungare fino all'autunno la campagna elettorale, tenendo aperta la questione del governo della Lombardia e mettendo in mora lo stato di grazia e i primi cento giorni dell'esecutivo del lieto fine, non se ne parla. Rischiare un nuovo boom leghista, al seguito di Castelli candidato, non se ne parla. Inserire nel Castello, perché il Palazzo è ormai un'anticaglia repubblicana, un altro feudatario che ha i suoi possessi e le sue idee e le sue ambizioni e le sue reti di alleanza postdemocristiane, cone ieri un Casini, non se ne parla».

(dall'articolo "Vita agra al Castello" di Giuliano Ferrara sul Foglio di oggi)

Scarica qui la Formigoni story by Gigi Amicone, sempre sul Foglio di oggi.

martedì, aprile 22

Rassegna stampa CLU_il Papa negli Usa

«Di fronte ai vescovi e alla chiesa statunitensi Ratzinger ha messo in guardia dal rischio di una vita schizofrenica, per cui la domenica si è cattolici e durante la settimana si vive dominati dalla mentalità del mondo. Il suo scopo, però, non è stato quello di ribadire precetti morali, né di serrare le fila del proprio esercito, ma di annunciare il Fatto di Cristo e la concezione nuova della vita che esso ha introdotto nella storia».


Leggi qui tutta la rassegna.

venerdì, aprile 18

A lezione dal Patriarca

«Quali sono i compiti di uno stato laico?
Lo stato dev’essere inteso come istituzione che non si identifica con nessuna delle parti in causa (religiose o meno), tuttavia questo non è sinonimo di stato indifferente alle identità e alle culture. Soprattutto non può essere indifferente ai valori (ai beni) della tradizione nazionale prevalente cui fa riferimento.
[…]
Secondo una concezione sbagliata di laicità, il cattolico tradirebbe la laicità dello stato se proponesse un suo modello di società, per esempio un modello di società fondata sul matrimonio. Ma così si confonde la non confessionalità dello stato – sacrosanta – con la sua presunta neutralità nei confronti dei soggetti civili e della loro identità.
[…]
Non si dà convivenza civile senza sacrifici. Una minoranza che pretende un riconoscimento giuridico legislativo può anche non essere accontentata. Non tutti i diritti sono fondamentali, e non ogni inclinazione è un diritto».

(Angelo Scola, "Laicità e politica", Seminari di cultura e formazione politica organizzati da Fondazione Europa Civiltà, giovedì 17 aprile, Università Cattolica di Milano).

Michele Serra, che tristezza

«Esiste anche il numero verde per prenotare un posto nella lunga fila che, dal 24 aprile, sfilerà per mesi accanto ai resti riesumati di Padre Pio, seicento visitatori all'ora, giusto il tempo di posare lo sguardo sul cadavere e valutarne lo stato di decomposizione. Per avere un'immagine aggiornata dell'Italia di oggi, allo studio sapiente dei flussi elettorali (munito di ogni possibile riscontro sociologico ed economico) penso che bisognerebbe affiancare anche questo smisurato corteo macabro. So che in parecchi considerano suggestivo e vibrante questo sprofondare in massa nelle viscere arcaiche, pre-razionali e pre-moderne del nostro paese. A me, più modestamente, mette una tristezza sconfinata. Mi pare il segno di una irrimediabile arretratezza culturale e di conseguenza sociale, tra l'altro assai malsopportata anche da molti credenti.
Penso alla fragilità intellettuale, alla ricattabilità umana e politica di tante persone credule e sottomesse. Penso, infine, che esista anche uno "snobismo popolare": un arroccarsi ostinato, contro ogni evidenza, ogni conoscenza razionale, ogni progresso scientifico, nella propria identità, senza mai chiedersi se essa sia migliore o peggiore di quanto sarebbe possibile. Per dirla brutalmente: potrà mai cambiare un paese che venera un cadavere?».
(Michele Serra su Repubblica, 17 aprile)


«Il contrario di un popolo cristiano è un popolo triste».

(Georges Bernanos)

Altri tempi

Per tutti gli amanti dello scudocrociato, ecco qui i numeri di un risultato elettorale che ha dato la svolta alla storia politica italiana: il 18 aprile 1948, 12 milioni di voti, pari al 48% dei consensi, segnano l'affermazione del più grande partito moderato italiano.

A fianco il celebre manifesto disegnato da Giovannino Guareschi.

mercoledì, aprile 16

Brambilla su Ferrara

«Giuliano Ferrara ieri ha detto un sacco di cose giuste, giustissime, e una sbagliata. Cominciamo con quest’ultima. Ha detto che attraverso la sua lista pazza “è stata rotta un’opaca congiura del silenzio”. Naturalmente, silenzio sulla tragedia dell’aborto, cinque milioni all’anno solo quelli legali, centotrentamila in Italia.
No, caro Ferrara. La congiura del silenzio c’era e in effetti sei stato tu a romperla (quando a urlare erano solo i cattolici dei centri aiuto alla vita, non se li filava nessuno): però non l’hai rotta con la lista pazza, l’hai rotta con una formidabile campagna mediatica che ha puntato dritto al cuore e alla ragione di tutti, atei e credenti, e ha costretto tutti, baciapile e mangiapreti, a venirti dietro».

Leggi qui l'articolo di Michele Brambilla pubblicato oggi su Il Giornale.

Una poltrona per due

Per il dopo Silvio, io tifo Formigoni.

lunedì, aprile 14

Il Papa a Ground Zero

«Inginocchiato in uno dei luoghi più bui di questi decenni, Papa Benedetto chiederà quello che chiedono tutti. Che non si ripeta, che gli uomini e i governi facciano di tutto perché da orrore non nasca altro orrore. Lo chiederà sapendo di essere successore del Papa che si oppose alla logica di rispondere con le armi alle armi.
 Ma non farà solo richieste politiche, non farà solo le preghiere 'normali'. Farà questa domanda incredibile, altrettanto forte e memorabile del gesto che creò quell’orrendo fosso. Farà la domanda che certifica più di ogni altra cosa, più di ogni monumento, più di ogni cerimonia, che la speranza è più forte e la vita chiede la vita».

Leggi qui l'editoriale di Davide Rondoni, su Avvenire del 13 aprile.

mercoledì, aprile 9

Faites vos jeux, faites vos jeux

Il Corriere si fa in quattro, a voi la scelta.

Le mille facce della crisi

«Silvio è ossessionato da me, ma io non gliela do».

Non ci sono i fondi.

martedì, aprile 8

Attenti a quei due

Chiesa e politica, altro capitolo.
Protagonisti monsignor Luigi Negri, vescovo di Sanmarino-Montefeltro, e il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna.

MESSAGGIO DEL VESCOVO MONS. LUIGI NEGRI AL CLERO, AI RELIGIOSI E AL POPOLO DI DIO DI QUESTA CHIESA PARTICOLARE, NELL’IMMINENZA DELLE ELEZIONI POLITICHE ITALIANE.


NOTIFICAZIONE DEL CARDINALE ARCIVESCOVO AI SACERDOTI, DIACONI, PERSONE CONSACRATE E FEDELI DELL’ARCIDIOCESI.

Comunisti così

Dal sito di Libération.fr, un bell'attacco alla politica antiabortista, e naturalmente all'appartenenza cattolica, del governator. La menzogna non ha confini. Almeno su questo, l'Europa è veramente unita.

Elu et réélu depuis quinze ans à la tête de la plus riche région de la péninsule, Roberto Formigoni est le leader charismatique de Communione e liberazione, mouvement catholique «intégraliste» qui, depuis les années 70, mène bataille au nom des valeurs catholiques, selon le modèle polonais.

Qui tutto l'articolo.

lunedì, aprile 7

domenica, aprile 6

Sette giorni al voto. E allora?

Tra sette giorni si vota e io me ne andrei al mare. Alla fine non ci andrò, al mare, e anzi starò due giorni chiuso nel seggio a fare il rappresentante di lista e a parlare di affluenza alle urne, di telefonini da lasciare fuori, di come sarei stato bene al mare, ma sempre con la spilla crociata sul petto.
Non è per l’antipolitica che me ne andrei al mare, o a sciare – meglio le ultime nevi degli ultimi atti del teatrino – ma per la politica. La politica che non c’è, lei chissà dov’è andata.
Qualcuno si è accorto della campagna elettorale? Sicuramente non chi pensa che la politica sia fatta dallo scontro di idee, chi ancora si illude sia animata dai dibattiti, dalle prese di posizione, dagli argomenti che convincono o non convincono, che diventano una croce indelebile qui oppure là.
Non se ne è accorto neppure chi pensava – esagerato – di andare in piazza a sentire il candidato che parla, che grida, si sbraccia, suda perfino, e dice qualche cosa, insomma la sua piccola visione di come stanno le cose, di come dovrebbero stare.
Non se ne è accorto nemmeno il bravo cittadino che passa le serate davanti alla tivù e ascolta uno per uno tutti i candidati. Sì, proprio uno per uno, perché i candidati non si incontrano mai, non discutono mai, forse nemmeno si conoscono. Perché se Walter entra nello studio di Bruno Vespa, Berlusconi sta già uscendo, e quando Mentana li invita al duello, è la fiera delle scuse: Silvio ha quasi sempre la partita del Milan, anche adesso che gioca solo la domenica, Walter la presentazione di un libro, oppure un cineforum.
Non si incontrano ma si scontrano. Sui giornali si danno dei bugiardi e dei disperati, ma come quei bambini che cinque minuti dopo ne combinano una insieme.
Che si vota non me ne sono accorto nemmeno io, che credevo che alle elezioni avrei votato: avrei scelto chi mi rappresentasse, avrei indicato chi – la persona, proprio lei – che delegavo per conto mio, per conto della mia comunità, per conto di chi difende quel che difendo io. Invece non si vota.
Si certifica, si sancisce, si convalidano dei nomi, ben redatti, con attenzione, dalle segreterie dei partiti.
Come tutto questo non bastasse – in Italia non basta mai – negli ultimi giorni il teatrino sta diventando farsa. Con un candidato, Pizza – nomen omen – che ha minacciato di far rimandare le elezioni – “Quali?”, ha chiesto qualcuno – perché ha avuto meno tempo dei suoi avversari per fare una campagna elettorale che non c’è. E non importa che all’estero si sia già votato, (tra l’altro con la solita compravendita di schede, ma questo non interessa a nessuno), non importa che il suo simbolo sulle schede non ci fosse. Fa parte del gioco, cambiare le regole in corsa.
L’altro giorno, tuttavia, è successa una cosa strana e qualcuno, per un poco, non si accorgeva che si vota. Perché tra sette giorni si vota.
C’era un signore molto grasso che in piazza, a Bologna, e poi a Pesaro, a Milano, a Firenze, in Liguria, in tutta Italia, si ostinava a dire la sua. Non parlava di tasse e nemmeno di aeroplani. Vita, morte, aborto, cultura, civiltà… dicono i più informati. Ad ogni modo, niente paura, era il caso isolato di un pazzo. Di queste cose si deve tacere, hanno ripetuto in coro i due candidati maggiori. Gli altri non si sa, non hanno grande risonanza. E comunque quel che han da dire non conta. In fondo, si voterà lo stesso. “Si vota? Per che cosa?”, è ancora la solita domanda di un’ingenua signora. "Io bene non lo so. Ma lei, la prego, non vada al mare".

Parsi tifa Obama

Venerdì 4 aprile, Università Cattolica di Milano, incontro sulle elezioni presidenziali americane organizzato dalla Fondazione Europa Civiltà.
Ospiti, tra gli altri, Vittorio Emanuele Parsi, docente di relazioni internazionali, e Marcello Foa, della redazione esteri del Giornale.

Parsi.
«L’elemento più importante è la necessità degli Usa di restaurare il loro soft power. L’amministrazione Bush ha diminuito la sensazione che gli Usa siano un leader benigno.
A noi interessa il soft power degli Usa, perché un’America senza soft power sarà più incline a usare l’hard power e a chiudersi su se stessa, a essere meno friendly nei confronti degli alleati.
(...)
In questo senso la vittoria di Obama sarebbe più auspicabile.
La sua vittoria sarebbe più capace di far vedere che l’american dream esiste. Non perché dobbiamo avere il loro stesso sogno, ma perché il loro ci serve per migliorarci.
L’idea di questa società così mobile al suo interno, capace di prendere una persona di colore e portarla alla Casa bianca, è una cosa che a noi europei serve per migliorare noi stessi. Ci serve, insomma, che gli americani ci diano qualche lezione.
Se no ci crogioliamo nei nostri “non ammazziamo nessuno”, “non inquiniamo”, ecc. e rimaniamo sempre uguali.
(...)
Per questo, in quanto europeo, spero tanto che vinca Obama.
Se io fossi americano non voterei mai per la Clinton, neanche sotto tortura. Perché sarei preoccupato da un esito: di avere due famiglie due alla presidenza della politica americana (16 anni i Bush, 16 anni i Clinton)!».


Foa.
«Ma il popolo americano riesce a mostrare il meglio della sua indole nei momenti di difficoltà: gli americani hanno rifiutato le scelte suggerite dai partiti e spinto Obama e Mc Cain (non era il candidato gradito al partito repubblicano, infatti non riceve i finanziamenti dai sostenitori della famiglia Bush o di Giuliani).
(...)
Io mi auguro che vinca Obama, perché sancirebbe questa voglia di riscoprire i valori dell’America che viene dal popolo».

sabato, aprile 5

venerdì, aprile 4

Appuntamenti moratori

Quindi Bologna ha perso. Ha perso anche Pesaro. E Milano che cosa farà?

La risposta questa sera, alle 21, al Centro convegni Rosetum, Via Pisanello 1 (MM Gambara), dove Giuliano Ferrara spiegherà la sua iniziativa politica contro l'aborto.

Leggi la cronaca (postuma) della serata, gli appunti dell'intervento di Ferrara, e un editoriale di Galli Della Loggia ("L'invenzione dei mostri") sui professionisti della contestazione, "ignari della fondamentale distinzione tra la forza degli argomenti e l’uso della forza come argomento".

giovedì, aprile 3

Firmato, Romano Prodi

Per questa volta, ma solo per questa volta, sottoscrivo.

"Caro Ferrara, fa un certo effetto leggere da Bucarest le cronache di una intolleranza e di una inciviltà che per nulla somigliano alla città amica e pacifica che incontro nelle mie passeggiate domenicali".

Leggi qui il resto della lettera, e qui le altre attestazioni di solidarità all'elefantino bersagliato dalle uova a Bologna. I lanciatori, invece, non meritano nemmeno menzione.

mercoledì, aprile 2

Funziona

Il partito a cui sono più vicino è l'Udc, poi nell'ordine Pdl, Pd, la Destra, il Partito Socialista, la Lega (solo sesta, menomale), quindi l'Idv e tutti gli altri. Ultima la Sinistra Arcobaleno (e menomale).
È quello che risulta da 25 domande fatte sulla base dei programmi elettorali su www.voisietequi.it.

martedì, aprile 1

Rassegna stampa CLU _ Magdi, scelta di libertà

"La notte di Pasqua, durante la veglia del Sabato Santo nella basilica di San Pietro in Roma, il vicedirettore del Corriere della Sera, Magdi Allam, ha ricevuto battesimo, cresima e comunione direttamente dalle mani del Santo Padre.
“Magdi Allam convertito in mondovisione” hanno titolato malignamente alcuni autorevoli quotidiani. Quasi che il suo battesimo fosse l’avvallo da parte della Chiesa della sua “crociata” personale, dunque un atto da tener segreto per non turbare gli animi dei musulmani e non incrinare il multiculturalismo nostrano. Non una parola sulla conversione di Magdi, e sul perché un noto giornalista, con due scorte al seguito per le continue minacce, esponga in modo ancora più grave se stesso e la sua famiglia al rischio di una morte violenta per il reato di apostasia (...)".

Leggi l'intera rassegna stampa.

Squarci di senso, lampi di divino

Mi è stato chiesto se sono credente. Certo che lo sono! Non potrebbe essere altrimenti. Chiunque affronta un’attività artistica e creativa entra in diretto contatto con il mistero delle cose. E scopre che la quotidianità, privata del disincanto grazie all’Arte, è capace di regalarci squarci di senso e lampi di divino. Dall’immensità emotiva dell’uomo al baratro di una Trascendenza il passo è breve, ma per l’umiltà decido di restare al confine, a osservare il mondo con gli occhi della Musica, con instancabile e inesauribile stupore.
(Giovanni Allevi, La musica in testa, Rizzoli, 2008)