mercoledì, febbraio 28

"Wording", le ragioni di un blog

Quando nel 1987 ricevette il Premio Nobel per la Letteratura per il libro “Dall’esilio” (Adelphi), Josif Aleksandrovič Brodskij commentò così:
«Perché vuoi fare un libro se ce ne sono così tanti, pensi che il mondo stia aspettando proprio quello?».
Poi proseguì: «La letteratura è forse l’unica cosa che salva il volto non comune».

L’esperienza della letteratura, l’esperienza della scrittura, coincidono con l’accensione della lingua. La letteratura non è il catalogo delle opere, ma l’esperienza viva della lingua.

Tutto il giorno usiamo una lingua spenta, diciamo delle cose senza tensione, siamo artefici e al contempo vittime di un linguaggio funzionale.
Invece quando la vita ti colpisce, le parole si accendono. Per cui il miracolo non è avere le parole ma la tensione che le anima.
È a questo livello che si gioca di più il destino dello scrittore. È questa sfida che deve cogliere e affrontare. La scrittura serve per fermare – conservandola – quella tensione, trovarle un alveo, non imbalsamarla.

Qualsiasi idiota può essere spontaneo, e la spontaneità non rientra nelle ragioni di questo blog. Altra cosa sono i frutti dell'esperienza dell'accensione della lingua. E la volontà di darle spazio, sulla pagina.
L’accensione delle parole la provano tutti, almeno una volta. Per alcuni diventa la questione della vita.

Lo scrittore è uno dominato dalle parole. Ecco il motivo di Wording, l’arte di scegliere le parole giuste, quella parola e nessun’altra.

lunedì, febbraio 26














«Credo che l’architettura non ha niente a che vedere con l’invenzione di forme inedite, né con il gusto personale: l’architettura è per me un’arte oggettiva che nasce dallo spirito del tempo»
(Ludwig Mies van der Rohe)